A dieci anni dalla morte, il Museo Accorsi-Ometto di Torino rende omaggio a una delle voci più autentiche e potenti dell’arte contemporanea. Carol Rama, artista di fama internazionale, viene celebrata con una retrospettiva che ne ripercorre l’intera carriera, offrendo al pubblico un’affascinante testimonianza senza compromessi della sua evoluzione artistica.
Curata da Francesco Poli e Luca Motto, la mostra si propone come un viaggio attraverso i suoi lavori, dalla fine degli anni Trenta ai primi Duemila, per comprendere la profondità e la sfida della sua ricerca estetica.
Tra erotismo e astrattismo
Il percorso espositivo si apre con gli acquerelli degli anni Trenta, che rivelano una Carol Rama giovane e audace, già capace di coniugare libertà espressiva e una carica erotica ben evidente. L’artista si immerge negli anni Quaranta con una produzione di forte impronta espressionista, per poi esplorare negli anni Cinquanta il concreto astrattismo che sfocerà nell’informale. È proprio nella sfida continua tra questi stili che si delinea la forza dell’opera di Rama, capace di navigare tra le contraddizioni del proprio tempo, senza mai cedere a facili definizioni.
Bricolages e gomme
Un momento chiave della mostra è rappresentato dai suoi celebri Bricolages degli anni Sessanta, veri e propri assemblaggi in cui Rama mescola materiali inaspettati come occhi di bambola, siringhe e pietre. Questi lavori, scuri e inquietanti, rivelano il suo rapporto con la Guerra Fredda, ma anche la volontà di scavare nei meandri più oscuri della condizione umana. Il percorso si sposta poi sulle Gomme degli anni Settanta, dove la superficie monocroma delle opere, segnata dalla presenza di camere d’aria, richiama un’immagine di claustrofobia e alienazione che fa eco alle tensioni sociali e politiche del periodo.
Il cuore dell’artista
Un’ulteriore riflessione sull’anima di Carol Rama è proposta nella sezione “Inside Carol Rama”, una mostra nella mostra che raccoglie 12 scatti inediti del fotografo Bepi Ghiotti. Le immagini, scattate tra il 2012 e il 2014, offrono uno spaccato della mitica casa-studio dell’artista in via Napione a Torino, che per oltre settant’anni è stata il laboratorio di creazione e il punto d’incontro di intellettuali, artisti e musicisti. Il suo ambiente, ricco di arredi e oggetti, diventa un estremo e intimo riflesso della sua arte: un luogo in cui il pensiero, la vita e l’opera di Carol Rama si fondono senza confini. La retrospettiva, che raccoglie circa un centinaio di opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, è un tributo indiscusso alla grandezza dell’artista, fino all’essenza, fino al cuore di una delle voci più coraggiose e originali della scena internazionale.