Un salto per montare a cavallo, stacco di camera, primo piano sugli occhi di ghiaccio: “Al mio segnale, scatenate l’inferno”. È “Il Gladiatore”, è Russell Crowe. L’attore, già premio Oscar, sarà stasera in concerto al Multiculturita Festival, sul sagrato della Reale Basilica di Maria SS. del Pozzo di Capurso. Ebbene sì, per i meno informati, Russell Crowe non è solo il magnifico interprete di pellicole che hanno fatto la storia del cinema, ma anche un apprezzato musicista. E non è certo l’ultima delle diverse fasi della vita attraversate dal protagonista di “A beautiful mind”.
L’aneddoto
Plot: quest’inverno, durante le riprese di un film a Budapest, Russell andava a lavoro in bicicletta. Gomme spesse e zaino in spalla, ogni giorno percorreva il tragitto dalla casa in affitto fino allo studio di produzione in mountain bike, prendendo deliberatamente il percorso più difficile. Registrava assiduamente il tempo cercando di battere il suo record personale, di solito intorno ai 45 minuti. Il tutto a favore di fotocamera e social: «Devi essere assolutamente preparato a salire sulla bici e partire», diceva ai follower. Oltre 160 metri di dislivello sul percorso che (questa non l’avevamo ancora raccontata) attraversava anche una discarica. Il dramma arrivava però nei giorni di pioggia. L’acqua, scivolando tra i rifiuti, formava un rigagnolo, un concentrato, un “succo di spazzatura” che, dalle ruote della bicicletta, gli schizzava dritto sulla faccia. “Che schifo”, verrebbe da dire. Un parafango nuovo ha risolto l’inconveniente, ma in tante occasioni è arrivato alla roulotte del trucco coperto dai rifiuti di mezza Budapest. Diceva di farlo per schiarirsi le idee. Se facciamo un piccolo passo indietro possiamo invece imbatterci in quella che chiameremo “la fase religiosa”.
Russell l’esorcista
Nel 2023, “L’esorcista del Papa” l’ha presentato come Padre Gabriele Amorth, nientemeno che l’esorcista ufficiale del Vaticano. Non contento, ci riprova ne “L’esorcismo”, il film uscito negli Stati Uniti pochi giorni fa. Questa volta interpreta una star del cinema in declino, nel ruolo di un esorcista. Il set è maledetto e Tony (Crowe) è un padre single emotivamente tormentato e tossicodipendente in via di recupero. Insomma un povero diavolo, pronto per la possessione satanica. Le pellicole dell’attore a tema esoterico potrebbero sembrare lavori minori. Ma in entrambe le interpretazioni è amorevolmente folle, vivendo a pieno sia il suo ruolo che i dispiegamenti irrealistici dei film, senza mai lasciare indietro una tendenza parodistica che rende sempre divertente un buon film horror. Volendo poi diventare specialisti del salto in lungo temporale si potrebbe tornare a quasi trent’anni fa. Russell è Bud White, un poliziotto burbero, incazzato col mondo, fedele solo al suo personale codice morale in “LA Confidential”. Il ruolo lo ha svelato al mondo intero come un peso massimo del dramma. Scena madre: Crowe fa irruzione nella casa di uno stupratore e gli spara a morte, ficcandogli poi una pistola in mano per farla passare come legittima difesa. Magistrale la concentrazione negli occhi blu del bel neozelandese.
Il sogno
Eppure, nonostante una carriera dorata tra le Hollywood Hills, il sogno da bambino era fare il musicista. Imbracciare la chitarra, quel passo lungo per salire sul palco, le luci che si accendono e l’adrenalina impazzita nelle vene. Ci provò appena sedicenne, con la sua prima band e quel soprannome di “Russ Le Roc”. Dieci anni di tentativi, cantante, guitar player e compositore. Porte chiuse, strada sbarrata, niente da fare. E allora ci riprova adesso Russell, impavido, con qualche ruga in più e la barba che si tinge di bianco. Con la grinta di chi non molla. Domani a Capurso, sul palco c’è un gladiatore.