“Oppenheimer” di Cristopher Nolan trionfa agli Oscar: vince il premio come miglior film alla 96esima edizione degli Academy Awards e si aggiudica in totale sette statuette su tredici nomination.
Oltre al riconoscimento come miglior film, nella notte degli Oscar la pellicola sul padre della bomba atomica ha incassato anche i premi come miglior regia, miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista, miglior fotografia, miglior montaggio e migliore colonna sonora.
Non ce l’ha fatta invece “Io Capitano” di Matteo Garrone, superato per la categoria “Miglior film internazionale” da “La zona di interesse” di Jonathan Glazer che, tratto dal romanzo di Martin Amis, racconta la vita quotidiana del comandante del campo di concentramento di Auschwitz e della sua famiglia.
«È stato un viaggio fantastico, una grande avventura – ha commentato Garrone -. Ringrazio tutti coloro che ci hanno supportato in Italia in questo periodo, che hanno tifato per noi, i partner produttivi Rai Cinema e Pathé, il MIC, e tutti coloro che hanno seguito il film e lo hanno amato. Tutte le persone che lo hanno visto nei cinema del mondo e ci hanno regalato grandi emozioni. E il viaggio non finisce qui perché ad aprile andremo in Senegal dove tutto è iniziato e porteremo il film nei villaggi più remoti con degli schermi mobili».
Il premio come migliore attrice protagonista è andato a Emma Stone per la sua interpretazione in “Povere Creature!” di Yorgos Lanthimos. Emozionatissima sul palco del Dolby Theatre (e con il vestito che si è scucito durante la serata), Stone ha ricevuto così il secondo Oscar dopo quello ottenuto per “La la land” nel 2017. Una vittoria arrivata a sorpresa sull’altra attrice favorita secondo i pronostici: Lily Gladstone di Killers of the Flower Moon.
La statuetta per il migliore attore protagonista è andata a Cillian Murphy per la sua interpretazione in “Oppenheimer” mentre Robert Downey Jr si è aggiudicato il premio come miglior attore non protagonista per la sua performance nello stesso film di Cristopher Nolan.
In lacrime al Dolby Theatre Da’vine Joy Randolph dopo l’annuncio della sua vittoria come migliore attrice non protagonista per The Holdovers – Lezioni di Vita. “Anatomia di una caduta” di Justine Triet ha vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale mentre “Povere Creature!” di Yorgos Lanthimos, oltre al premio come miglior attrice, si è aggiudicato anche le statuette per la migliore scenografia, il miglior trucco e i migliori costumi. Quest’ultima categoria è stata al centro di uno dei siparietti della cerimonia, con l’ex wrestler John Cena entrato in scena completamente nudo, coperto solo dalla busta con il nome del vincitore.
Miglior film d’animazione “Il ragazzo e l’airone” di Hayao Miyazaki e miglior cortometraggio d’animazione “War Is Over! Inspired by the Music of John & Yoko” di Dave Mullins e Brad Booker.
La colonna sonora scelta alla 96esima edizione degli Academy Awards è quella di Ludwig Goransson per “Oppenheimer” mentre per il film “Barbie” arriva solo il riconoscimento come miglior canzone con “What Was I Made For?” di Billie Eilish e Finneas O’Connell. Sul palco, però, Ryan Gosling, che ha interpretato Ken nel film diretto da Greta Gerwig, ha incantato con la sua performance di “I’m Just Ken”, in completo rosa e accompagnato da decine di ballerini.
A sorpresa sul palco degli Oscar anche Andrea Bocelli che è tornato a esibirsi alla cerimonia del prestigioso premio dopo 25 anni (nel 1999 l’apparizione con Celine Dion) nella sezione “In Memoriam” insieme al figlio Matteo. Il duetto è stato un successo e ha entusiasmato la platea di Hollywood con l’anteprima della nuova versione di “Con te partirò / Time to say Goodbay”. Nella sezione “In Memoriam”, che ricorda coloro che sono scomparsi nell’ultimo anno, anche l’immagine del dissidente russo Alexei Navalny in un breve video del documentario del 2022 di Daniel Roher.
Sul palco degli Oscar anche il dramma della guerra in Ucraina. A vincere il premio come miglior documentario è stato, infatti, “20 giorni a Mariupol” di Mstyslav Chernov, Michelle Mizner e Raney Aronson-Rath.