«La domanda ce la siamo posta pure noi. Non vogliamo togliere attenzione a Taranto, è bene che se ne parli» ma «non so cosa sia venuto a fare Fedez e come la farà». Così Michele Riondino, attore e regista tarantino autore di “Palazzina Laf” – che racconta casi di mobbing all’interno dell’ex Ilva di Taranto ai tempi della gestione Riva – commenta sulle colonne del Corriere del Mezzogiorno la decisione di Fedez di fare una donazione al reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Santissima Annunziata.
È stata vera beneficenza o pubblicità? «Fa strano che sia arrivato senza avvisarci, senza rivolgersi a chi si occupa del problema da decenni, come noi che organizziamo l’Uno maggio Taranto», afferma Riondino ricordando che «in passato abbiamo chiamato diverse volte Fedez a esibirsi sul palco e non abbiamo mai ricevuto considerazione».
Riondino, però, si dice contento che Fedez «ora si esponga con una donazione laddove ci sono medici e infermieri che andrebbero santificati perché combattono in prima linea una guerra».
L’invito è «a fare un giro nei reparti oncologici, un posto di morte dove si respira un’umanità che fa bene al cuore».
Quanto alla “pace” fatta da Fedez con il Codacons, proprio a Taranto, Riondino chiosa: «Avremmo potuto organizzare un incontro di wrestling in piazza a Taranto e avremmo potuto raccogliere molto di più».