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Pio e Amedeo replicano: il duo foggiano torna in tv nel palinsesto Mediaset

Pio e Amedeo tornano irriverenti e castigamatti nel palinsesto della prossima stagione televisiva Mediaset con ben due programmi, campioni di Auditel negli scorsi anni: Emigratis e Felicissima Sera. Nel corso della conferenza stampa con Pier Silvio Berlusconi il duo foggiano ha lanciato frecciatine ai colleghi d'azienda non risparmiando neppure Barbara D'Urso. Tuttavia, l'annuncio del loro…
pio e amedeo

Pio e Amedeo tornano irriverenti e castigamatti nel palinsesto della prossima stagione televisiva Mediaset con ben due programmi, campioni di Auditel negli scorsi anni: Emigratis e Felicissima Sera.

Nel corso della conferenza stampa con Pier Silvio Berlusconi il duo foggiano ha lanciato frecciatine ai colleghi d’azienda non risparmiando neppure Barbara D’Urso.

Tuttavia, l’annuncio del loro ritorno ha scatenato consensi sui social e sul web ma anche molte critiche e attacchi feroci da parte di alcuni haters.

C’è chi ha addirittura augurato loro di morire e di “sparire dalla faccia della terra”. Il loro monologo sulla diversità e sul politicamente corretto contro le parole “ricchione” e “negro” continua a dividere l’opinione pubblica progressista che ha rintracciato nel duo foggiano un rafforzamento del pensiero patriarcale e retrivo nonostante lo sdoganamento ironico di alcune definizioni.

Sebbene il loro intento fosse quello del rovesciamento di senso, il loro urlare parole divenute segno di stigma per i diversi, secondo tanti a cominciare da Vladimir Luxuria, non ha fatto altro che rafforzare il luogo comune e gli epiteti offensivi.

Tuttavia a Foggia ormai quasi più nessuno si sente offeso dal loro ritratto dei meridionali a Milano né più si fa caso alla satira di costume contro il “grezzo” dei quartieri popolari, il contraltare dauno del “cozzalone” (Checco Zalone) barese.

Tutti si compiacciono per l’immenso successo dei due comici che hanno cominciato nei programmi sportivi di TeleFoggia passando poi a TeleNorba per arrivare a risollevare le sorti del cinema italiano in piena pandemia.

Eppure resta la delusione di quanti vedono nei loro scketch una continua presa in giro dei deboli, siano essi fragili per una diversità d’etnia, per il genere, per l’orientamento sessuale, per le mancate opportunità di conoscenza, senza mai prevedere una risata di scherno rivolta contro il potere, contro la corruzione nazionale, contro i meccanismi mafiosi che hanno portato l’Ente comunale della loro città d’origine ad essere sciolto per infiltrazioni.

L’ossessione per il politicamente corretto ha pure un po’ stufato. Si può dire tutto oppure contro la mafia il duo non può dire nulla?

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