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Obey Peace Revolution, al Margherita il “viaggio visivo” nell’opera dello street artist americano – VIDEO

È un “viaggio visivo” che stimola profonde riflessioni su temi umanitari, su passaggi esistenziali, su utopie sociali e valori di giustizia al di sopra delle leggi, la mostra “Obey Peace Revolution”, inaugurata questa mattina al teatro Margherita a Bari. Un “viaggio visivo” che incrocia quattro punti tematici quali la donna, l’ambiente, la pace e la…

È un “viaggio visivo” che stimola profonde riflessioni su temi umanitari, su passaggi esistenziali, su utopie sociali e valori di giustizia al di sopra delle leggi, la mostra “Obey Peace Revolution”, inaugurata questa mattina al teatro Margherita a Bari.

Un “viaggio visivo” che incrocia quattro punti tematici quali la donna, l’ambiente, la pace e la cultura, «tutti aspetti – spiega Gianluca Marziani, uno dei curatori della mostra – che si incrociano in parte anche con quelli che abbiamo affrontato qui al Margherita con Banksy e che qui riproponiamo in maniera parallela e diversa, anche se l’azione curatoriale è la stessa – precisa – perché noi cerchiamo di lavorare su questi artisti con un’idea sia antologica che scientifica, cercando di costruire una mostra. Non raccogliendo semplicemente lavori, ma dando proprio una forma al progetto espositivo. E questo del teatro Margherita, di quelli che abbiamo fatto in Italia su Obey, devo dire che è quello che è riuscito meglio».

Una mostra, aggiunge il sindaco Antonio Decaro, che si inserisce «in un percorso sugli street artist che abbiamo fatto all’interno del Margherita, ma anche all’esterno trasformando una parte del quartiere San Paolo in una sorta di museo di arte contemporanea all’aperto. È un pezzo dell’offerta culturale della nostra città che in questi giorni vede un particolare fermento, come se ci fosse un mosaico culturale e questo è un tassello importante».

È una mostra, conclude Decaro, «dedicata alla pace, non c’è niente di più rivoluzionario della pace, con i messaggi legati alla solidarietà, ai diritti civili e anche alla politica».

Tra le tante opere in mostra c’è l’iconica immagine di Obama, protagonista della campagna elettorale del 2008 per le presidenziali americane, insieme alla lettera che il futuro presidente a stelle e strisce ha inviato all’artista per ringraziarlo. Presenti anche due opere che vengono da un progetto fatto a Venezia durante una biennale di oltre 10 anni fa che sono ormai dei reperti unici di Sheppard Ferry (il vero nome di Obey), che vanno ad arricchire una mostra «con un primo di accesso semplice, però poi con dei livelli di attenzione ai temi molto complessi. Il pubblico può affrontarli liberamente come vuole, ma in realtà resta una mostra anche molto divertente, molto ricca di contenuti verso l’esterno e soprattutto una mostra che ti riporta continuamente alla realtà che noi viviamo, e quindi ti pone delle domande».

La mostra Obey Peace Revolution resterà al teatro Margherita di Bari fino al 28 agosto e sarà visitabile dalla domenica al giovedì dalle 17 alle 22, il venerdì e il sabato dalle 17 alle 23. Il costo del biglietto è di 5 euro, ridotto a 3 per over65, bambini e giovani dai 6 ai 25 anni e per gli studenti universitari. L’ingresso è gratuito per i bambini fino ai 6 anni non compiuti; insegnanti accompagnatori di gruppi scolastici; portatori di handicap e un loro familiare o altro accompagnatore che dimostri la propria appartenenza a servizi di assistenza socio-sanitaria; guide turistiche in servizio (necessaria l’esibizione di valida licenza rilasciata dalla competente autorità).

Fotoservizio di Luca Turi.

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