Un sguardo – fiero – al passato, per guardare al futuro, a testa alta. Questa la sintesi del pensiero di Paolo Ponzio, presidente della neonata Puglia Culture, che in un’intervista alle nostre pagine ha spiegato le prospettive del Consorzio, pronto a scommettere con forza sull’arte, «per un florido futuro della regione Puglia».
Il Teatro Pubblico cambia faccia, dopo 45 anni. Qual è il bilancio di questo capitolo che si chiude?
«Non la definirei una chiusura e neanche un cambiamento. Il Teatro Pubblico Pugliese si trasforma andando incontro a quanto già da anni sviluppa e persegue: una strategia di politica culturale di tutto il territorio regionale. Per questo nasce Puglia Culture, per rendere chiaro il lavoro svolto quotidianamente da un Consorzio che oggi conta oltre l’amministrazione regionale, nostro partner di maggioranza, 75 Comuni da Nord a Sud della Puglia. Non desideriamo dunque chiudere alcun bilancio, ma tracciare una linea di continuità con tutta la storia che ci ha portato fin qui e che ha fatto del Consorzio Puglia Culture, uno degli Enti pubblici più importanti del nostro Paese. Per questo abbiamo creato sei aree tematiche che danno il senso del nostro impegno nello sviluppo del sistema culturale della nostra regione: Circuito e Stagioni Teatrali, Sistema Musica, Patrimonio e Arte, Libro e Lettura, Formazione e Industrie Culturali e Creative, Welfare culturale. Sono aree d’intervento che generano un forte impatto sul territorio, valorizzano il patrimonio culturale pugliese e promuovono la filiera culturale regionale in Italia e all’estero».
Quale sarà il primo obbiettivo sul territorio di Puglia Culture?
«L’obiettivo è quello di perseguire la strada intrapresa con ancora più vigore ed energia, attuando quegli obiettivi che sono stati definiti dall’assemblea dei soci, come promuovere, valorizzare e sostenere la diffusione in Puglia delle attività di spettacolo dal vivo e delle produzioni artistico-culturali pugliesi, la crescita del pubblico, la sperimentazione e la ricerca artistica, il rinnovamento e l’internazionalizzazione della scena; poi accompagnare e valorizzare lo sviluppo della filiera dello spettacolo dal vivo e delle industrie culturali e creative pugliesi; elaborare e attuare progetti di promozione, informazione e formazione del pubblico; valorizzare, mettere in rete e promuovere gli attrattori culturali e naturali pugliesi; supportare la Regione nella valorizzazione e organizzazione dei beni culturali e nella promozione della lettura e dell’editoria; promuovere processi di accompagnamento, supporto e assistenza tecnica agli operatori pubblici e privati; coordinare le iniziative artistico-culturali e di spettacolo dal vivo degli altri Enti partecipati dalla Regione Puglia e delle istituzioni; e per finire supportare l’Osservatorio Regionale nel monitoraggio delle performance e degli impatti generati sul territorio dalle attività culturali».
Negli ultimi anni in Puglia si è investito molto sul turismo e sull’enogastronomia. Questa regione ha il potenziale perché si spinga di più sul lato culturale?
«Non c’è turismo di qualità, né futuro nell’enogastronomia senza un sistema culturale che sappia “narrarsi”, offrendo non soltanto singoli eventi, ma un unico palinsesto culturale che pervada la nostra regione 365 giorni l’anno. Siamo consapevoli che occorre lavorare sull’idea di “benessere” e di “felicità” dei nostri cittadini e cittadine, perché soltanto un territorio felice può attrarre quei “cittadini temporanei” che, oltre a scoprire la nostra terra, se ne innamorino così tanto da divenire loro stessi i primi testimoni di una regione dalla bellezza impressionante».
Il vostro è appunto un Consorzio, non comprende una sola realtà. È questo il segreto per andare lontano?
«Credo di averlo sempre detto da quando, quindici anni fa, conoscevo per la prima volta dall’interno il Consorzio che oggi mi onoro di presiedere: la nostra forza è nella rete che abbiamo costruito faticosamente in questi anni. I Comuni pugliesi sono la nostra ricchezza: con loro condividiamo progettualità interne ma anche internazionali, costruiamo ponti verso l’Adriatico impensabili soltanto 10 anni fa, sviluppando quella cittadinanza “meticcia” di cui ci parla Alessandro Leogrande nei suoi libri ancora così contemporanei».
Qual è il sogno, per alzare l’asticella sempre di più in futuro?
«Non abbiamo sogni ma spinte ideali che desideriamo perseguire, soprattutto realizzando, da una parte, attività di alta formazione per i “mestieri” dello spettacolo e dell’industria culturale e creativa, anche in sinergia con altre istituzioni di formazione superiore, e dall’altra sviluppando la nostra esposizione all’estero, l’internazionalizzazione della scena teatrale, così come la nostra presenza nelle fiere di settore più importanti in Europa e nel Mondo. Metteremo il nostro impegno nella diffusione del patrimonio della Puglia nel mondo, anche attraverso la realizzazione di mostre temporanee del nostro patrimonio archeologico e artistico».