Medimex, a Bari cresce l’attesa per i Chemical Brothers

Gli appassionati del genere sono in trepida attesa, perché quei Chemical Brothers di cui tutti stanno parlando in Puglia già da qualche mese, sono legati a momenti di splendore e profonda passione. Perché Ed Simons e Tom Rowlands, che naturalmente non sono fratelli nella vita ma chimicamente si, rappresentano il suono unico degli anni Novanta costruito su battiti accelerati, artifici sonori, e strane sirene. Quello che è facile ricollegare ad hit rimaste nella storia e che sono la dimostrazione più semplice dell’eredità mondiale che sono stati capaci di lasciare.

Nati come The Dust Brothers, in omaggio ai produttori americani Dust Brothers, famosi per le collaborazioni con i Beastie Boys, i due facevano serate da dj campionando tutto quello che poteva tornare utile alla loro idea di musica “da ballo”.

Si erano conosciuti all’Università di Manchester e le loro serate cominciarono a richiamare sempre più pubblico, tanto che decisero di cambiare nome e diventarono i “The Chemical Brothers”. Denomnazione che fu richiamata anche nel titolo del loro primo album, “Exit Planet Dust”, dove compariva un brano, “Alive alone”, che si avvaleva della voce di Beth Orton. Per i due, gli ospiti vocali sono sempre stati una scelta costante.

Per i Chemical il concetto di live, di show dal vivo, è fondamentale così come quello di djset perché come hanno detto: «Non si sa mai cosa può succedere». In contesti come questi contesti amano improvvisare, non sentirsi rigidi a programmi e scalette e, addirittura, mescolare le carte proponendo brani datati dai 25 anni in giù, a pezzi ancora in fase di scrittura. In uno dei loro ultimissimi concerti infatti, hanno addirittura suonato canzoni senza titolo per testare dal vivo emozioni e reazioni, prima di lanciarle o inserirle in un album.

E non solo, a beneficio dello show dal vivo aggiungono anche i videoclip, come quello che rappresenta senza se e senza ma, la storia degli anni Novanta. Si tratta di “Let forever be” in cui c’è la voce non accreditata di Noel Gallagher (Oasis). Pitchfork Media lo ha inserito al settimo posto in una lista di 50 video che ha caratterizzato quegli anni e lo considera l’opera migliore del regista Michel Gondry che racchiuse gli incubi di una ragazza sin tante scatole cinesi visuali, che ti catturavano e non ti lasciano più andare.

A Bari cosa faranno? Cosa proporranno? Potrà accadere che tra un “Hey boy hey girl”, “Dig your own hole”, “Galvanize e Out of control”, spuntino note e vibrazioni mai sentite prima? Suoneranno la loro unica colonna sonora scritta per un film, thriller, per giunta?

Risposte che si aspettano con impazienza, ma che stanno per arrivare, insieme a quella sensazione di estasi in cui da Bari ci si potrà immergere per immaginare un futuro.

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