È lo scrittore pugliese Mario Desiati il vincitore del “Premio Strega 2022”, assegnato ieri, 7 luglio, a Villa Giulia a Roma.
Desiati, per il suo “Spatriati”, edito da Einaudi, ha ottenuto 166 voti, sbaragliando tutti al suo secondo emozionante ritorno in finale dopo undici anni.
L’edizione 2022 del Premio Strega resterà nella storia per essere stata la prima con 7 autori in finale. Arrivato con la fidanzata al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma, poco dopo le 21, con abito gessato Valentino, una camicia di seta crema, al collo un collarino fetish che ricorda quello di Damiano dei Maneskin, gli occhi truccati con kajal e scarpe Converse arcobaleno come la mascherina, Desiati ha brillato subito per originalità la sera della proclamazione all’improvviso bagnata della pioggia.
La serata è stata trasmessa in diretta su Rai3 e condotta da Geppi Cucciari.
Vincitore annunciato, super favorito dall’inizio della competizione, Desiati racconta la storia di personaggi irregolari, alla ricerca di un futuro e di un’identità, come Francesco Veleno (che avevamo già incontrato ne “Il Libro dell’amore proibito”) e Claudia Fanelli, protagonisti di questa storia fluida, ambientata tra la Puglia e Berlino, dove torna spesso la parola patria, hanno conquistato pubblico e critica. Lui è insicuro, lei è ribelle, sono profondamente amici fin dai tempi del liceo a Martina Franca e arriveranno sul grande schermo grazie alla Dude, giovane casa di produzione milanese che ha acquistato i diritti del romanzo presentato allo Strega da Alessandro Piperno.
“Spatriati” è una parola del dialetto martinese che vuol dire, appunto, irregolare. «È un seme dentro tutti noi» spiega Desiati, 45 anni di Martina Franca.
«La Puglia è una terra di frontiera. Sono cresciuto con gli scrittori pugliesi del Novecento, una di queste era Mariateresa Di Lascia che vinse qui nel 1995 ma non poté ritirare questo premio perché morì alcuni mesi prima. Lo dedico a lei e ai lavoratori dell’editoria italiana e alle anime che lavorano al mondo del libro italiano. Non basta la passione, ci vuole un contratto vero», ha detto a caldo Mario Desiati.
Al secondo posto, con un ampio distacco, Claudio Piersanti che ha avuto 90 voti per il suo “Quel maledetto Vronskij” (Rizzoli). Al terzo Alessandra Carati che ha avuto 83 voti per “E poi saremo salvi” (Mondadori). Al quarto posto Veronica Raimo con “Niente di vero”, che ha avuto 62 voti ed è il secondo titolo Einaudi in gara. Quinto per un soffio Marco Amerighi: il suo “Randagi” (Bollati Boringhieri) ha avuto 61 voti. Fabio Bacà, con 51 voti, per “Nova” (Adelphi) si è classificato sesto. Mentre al settimo posto è arrivata Veronica Galletta con “Nina sull’argine” (minimum fax), titolo ripescato di un editore indipendente.