L’omaggio del Bif&st a Paolo Taviani: «L’ultima sceneggiatura non la affiderò a nessuno»

Il Bif&st ha reso omaggio a Paolo Taviani, scomparso il 29 febbraio scorso, al Teatro Petruzzelli con la proiezione di “La notte di San Lorenzo”, uno dei titoli più celebri della filmografia del grande regista insieme al fratello Vittorio.

Figli di un avvocato che sotto la dittatura fascista aveva incontrato le ostilità del regime per le sue idee politiche, in gioventù Paolo e Vittorio, assieme a un amico partigiano, Valentino Orsini, organizzarono degli spettacoli e delle proiezioni cinematografiche a Pisa e Livorno, dando presto vita al Cineclub di Pisa e da quel momenti la vita dei due fratelli è diventata leggenda. A seguire David Grieco ha invitato sul palco, per offrire i loro ricordi e testimonianze, il direttore del festival Felice Laudadio, la produttrice Donatella Palermo e il critico Enrico Magrelli.

«Avrebbe dovuto esserci anche un’altra persona presente oggi – ha iniziato il Direttore Laudadio – la moglie di Paolo, anche costumista in molti film dei due fratelli. Lina Nerli Taviani aveva accettato di venire qui, avevamo anche organizzato il suo viaggio ma all’ultimo momento mi ha telefonato per dirmi che si sarebbe emozionata troppo. Si scusa con voi ma abbiamo compreso le sue ragioni».

Sul film appena proiettato, “La notte di San Lorenzo”, Felice Laudadio ha offerto subito un suo personale ricordo. «Da presidente del centro sperimentale di Cinematografia feci restaurare, anni fa, il film dalla Cineteca Nazionale e la nuova edizione fu proiettata alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nel 2018 nella sezione Venezia Classici, una sezione competitiva che vedeva alcuni esperti del settore giudicare il miglior restauro dell’anno. Paolo era presente alla proiezione – Vittorio non c’era già più da alcuni mesi – ed era seduto accanto a me. La proiezione fu accolta da un applauso interminabile, il pubblico era tutto in piedi ma Paolo non si alzava dalla poltrona. Poi gli spettatori cominciarono ad avanzare, stringendosi attorno a lui che finalmente si alzò in piedi. Solo allora ho capito che stava piangendo, commosso per il fratello. Quell’anno “La notte di San Lorenzo” vinse il premio per il miglior restauro».

Donatella Palermo avrebbe dovuto produrre anche il prossimo film diretto da Paolo Taviani, del quale era già pronta la sceneggiatura. «Era un film sulla morte, come peraltro lo era anche il precedente “Leonora addio”. Dopo la scomparsa del fratello Paolo era ossessionato dal tema e così aveva scritto “Il canto delle meduse” strutturato in tre parti, una prima su due medici che si parlano citando passaggi dei “Dialoghi” di Platone, opportunamente attualizzati, finché uno dei due non muore; un secondo descrive la vita quotidiana di alcune persone chiuse in casa nel periodo del Covid e un terzo episodio è su una donna che sta morendo e che non vuole essere sepolta insieme al marito. Nonostante fosse ancora sconvolto dalla perdita di Vittorio, Paolo non aveva perso la capacita di raccontare e aveva ancora dei sogni. La sua sceneggiatura me l’hanno già chiesta per affidarla ad altri registi ma non la darò a nessuno, perché le immagini che avrebbe portato sullo schermo erano solo le sue».

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