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Lector in Scienza, parla il rettore Stefano Bronzini: «L’Ai è già realtà. Ora va governata»

Sarà una seconda giornata ricca di spunti e riflessioni, quella che si terrà oggi a Conversano, nell’ambito della terza edizione di Lector in Scienza, il Festival organizzato dalla Fondazione Di Vagno in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e il Politecnico di Bari. Continua l’indagine sull’Intelligenza Artificiale per cercare di smontare qualche…

Sarà una seconda giornata ricca di spunti e riflessioni, quella che si terrà oggi a Conversano, nell’ambito della terza edizione di Lector in Scienza, il Festival organizzato dalla Fondazione Di Vagno in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e il Politecnico di Bari. Continua l’indagine sull’Intelligenza Artificiale per cercare di smontare qualche convinzione errata, di arricchire il patrimonio di conoscenze, dal punto di vista scientifico, parlando di ecosistemi e cambiamenti climatici, del rapporto tra uomini e piante, di predizione del futuro nella storia e di scoperte mediche. In prima linea sulle tematiche del festival anche il rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini, che ieri ha partecipato alla giornata inaugurale incontrando le scuole.

Professore, come mai è così importante oggi discutere di questi temi e qual è il ruolo delle Università?

«Per un’istituzione culturale e di formazione come la nostra è un passaggio necessario partecipare a un festival come Lector in Scienza per portare le nostre conoscenze e competenze nell’ambito della ricerca nel dibattito sull’intelligenza artificiale. La tecnologia dell’Ia apre una serie di prospettive sul presente, non è nuova ma si sta perfezionando sempre di più negli anni e per questo incontrando gli studenti ho cercato di illustrare loro come sia importante parlare della fase di trasformazione che stiamo già vivendo. Per fare questo bisogna confrontarsi con quello che la tecnologia oggi ci offre e che non è molto diverso da quello che offriva in passato. Tutte le innovazioni sono state impattanti e rivoluzionarie nella loro epoca, anche i mulini a vento».

Quali sono le sfide che apre allora l’Ai?

«L’intelligenza artificiale amplia lo spettro di possibilità di migliorare la qualità della vita delle persone ed è per questo motivo che anche l’Unione europea sta cercando di inquadrare questo strumento, che tale è, in una cornice normativa precisa. La ricerca e la formazione in questo hanno un ruolo fondamentale: sono le uniche armi che abbiamo per governare il fenomeno con coscienza anche dal punto di vista etico. L’Ai non è settoriale, serve e può essere applicata in tutti gli ambiti e noi come enti di ricerca possiamo offrire il nostro importante contributo per rendere questo passaggio il migliore possibile attraverso le competenze e le conoscenze. Tutti noi contribuiamo, anche la Puglia e le sue menti che qui si sono formate nei nostri atenei».

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