Lecce, al Must la mostra di Yuval Avital: la città si trasforma in un bosco umano

Lecce con le sue associazioni, luoghi della cultura, periferie e spazi poco conosciuti sarà protagonista della mostra di Yuval Avital, Bosco di Lecce.

Da domenica fino al 4 febbraio aprirà al pubblico negli spazi del Must. Con il progetto, curato da Lorenzo Madaro (Polo Biblio-museale di Lecce) e il coordinamento di Federica Tornese, Yuval Avital si è messo in dialogo con Lecce in un processo di creazione collettiva, di performance, riti d’arte, composizioni materiche e opere concepite insieme alla cittadinanza e agli artigiani, trasformando idealmente gli abitanti in alberi e la città in un bosco umano, per cercare di ridurre il crescente divario tra uomo e natura.

Il coinvolgimento di istituzioni, maestranze locali, comunità e individui in dialogo con l’artista, ha creato una monografia unanime in cui ogni partecipante è co-creatore e attivatore di messaggi veicolati attraverso un’esperienza immersiva e multimediale.

Nelle sale del Must Bosco di Lecce sarà allestita come un’unica grande installazione immersiva che renderà conto di tutta l’azione artistica condivisa, in cui la coralità dei partecipanti e la molteplicità dei linguaggi si fondono in una stratificazione di esperienze. Saranno esposte numerose grandi tele (alcune oltre i quattro metri), realizzate dall’artista durante la residenza di più di un mese nell’ex chiesa di San Giovanni di Dio, messa a disposizione dal Comune di Lecce come atelier aperto anche alla comunità.

Si tratta di tele in cui Avital è riuscito a coniugare il proprio lavoro con una ricerca intima ed espressiva sul tema della natura. Corpi antropomorfi, brandelli di paesaggi reali o inventati, e poi segni e tracce che si rivelano nel loro afflato primordiale, costituiscono un arcipelago di segni che si inseguono e si sovrappongono sulle grandi superfici dipinte.

In mostra saranno presentate anche trenta sculture realizzare dall’artista, alcune delle quali in dialogo con gli artigiani locali – cartapestai, ceramisti, fabbri, mosaicisti, ricamatori – costituendo nuove fisiognomiche e nuovi abitanti di questo ideale bosco. Verranno testimoniate, attraverso video-installazioni e fotografie, le performance realizzate in vari luoghi di Lecce e incontri tra artista e cittadinanza. Sono circa duecento i cittadini coinvolti in performance e riti d’arte con cui l’artista ha lavorato utilizzando semplici esercizi di voce e gesto in una riflessione profonda e intima.

Sedici le performance “radici” realizzate con piccoli nuclei, spesso con singoli, in luoghi a loro cari; dalla cucina di casa al luogo di lavoro, uniti dall’interazione con un piccolo cumulo di terra leccese in cui i partecipanti hanno immerso i loro arti. Quattro invece gli appuntamenti dedicati alla performance “boschi” volutamente realizzati in zone periferiche delle città. A conclusione della mostra verrà pubblicato un catalogo delle attività svolte dall’artista con testi del curatore e di quanti hanno contribuito al progetto e un denso repertorio di immagini.

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