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Le cineteche delle famiglie raccontano in presa diretta la storia della Liberazione

Un collage di immagini amatoriale per documentare il periodo che va dalla caduta del fascismo al giorno della Liberazione. Si tratta del progetto "La Liberazione, un film di famiglia", promosso dalla Fondazione Home Movies-Archivio nazionale del Film di Famiglia, prodotto insieme all'Istituto storico Parri Bologna metropolitana e che verrà presentato venerdì 25 aprile alle 13…

Un collage di immagini amatoriale per documentare il periodo che va dalla caduta del fascismo al giorno della Liberazione. Si tratta del progetto “La Liberazione, un film di famiglia”, promosso dalla Fondazione Home Movies-Archivio nazionale del Film di Famiglia, prodotto insieme all’Istituto storico Parri Bologna metropolitana e che verrà presentato venerdì 25 aprile alle 13 al cinema Modernissimo di Bologna (piazza Re Enzo) con la sonorizzazione dal vivo di Guglielmo Pagnozzi, per essere poi proiettato in altre città italiane (il calendario degli eventi è in continuo aggiornamento) nell’ambito delle manifestazioni per l’ottantesimo anniversario della Liberazione.

La narrazione

Il docufilm familiare è una sorta di viaggio nel tempo e nello spazio, attraverso immagini di diversa provenienza territoriale, ripescate e montate tra Lazio, Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna, dove con le piccole cineprese partigiani, soldati, preti e “normali cittadini” hanno sentito l’esigenza di documentare a futura memoria -e, in alcuni casi, a loro rischio e pericolo – la Storia «mentre accade», ma anche le lunghe attese e la vita quotidiana che si incrociano con gli avvenimenti del biennio 1943-45.
Il film si apre con le sequenze inedite filmate per le vie di Roma il 25 luglio 1943, il giorno della caduta del Fascismo, da un giovane architetto, Costantino Forleo. Una città ferita dalle bombe, smarrita, festante, ma con l’inquietante presenza dei carri armati tedeschi che presagiscono l’occupazione. Roma sarà poi liberata, sempre sotto l’occhio di una cinepresa amatoriale, questa volta di un dipendente del Comune, Adriano Agottani, quasi un anno dopo, all’inizio del giugno 1944. Nel frattempo, dopo l’Armistizio dell’8 settembre, nel Nord Italia si organizza la Resistenza con il contributo e il sacrificio di tanti giovani, tra cui i militari dell’esercito italiano scampati all’internamento tedesco, e persino i preti. Tra questi, il piemontese don Giuseppe Pollarolo, un appassionato cineamatore che sarà uno dei principali narratori della vita quotidiana passata “sui monti”: certamente il più noto, ma non il solo.
La colonna sonora curata da Guglielmo Pagnozzi contribuisce a dare unità narrativa e impatto emotivo ai tanti frammenti di cui è composto questo piccolo film d’archivio.

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