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La Pfm riporta Fabrizio De André a Bari: «I giovani hanno bisogno di lui»

«I brani di Fabrizio De André hanno un valore inestimabile, soprattutto per i giovani che vivono un momento di profonda incertezza»: Franz Di Cioccio e Patrick Djivas non nascondono l’emozione in vista del prossimo appuntamento col pubblico di Bari. Venerdì alle 21, sul palco del Teatro Team, il batterista e il bassista guideranno la Pfm…

«I brani di Fabrizio De André hanno un valore inestimabile, soprattutto per i giovani che vivono un momento di profonda incertezza»: Franz Di Cioccio e Patrick Djivas non nascondono l’emozione in vista del prossimo appuntamento col pubblico di Bari. Venerdì alle 21, sul palco del Teatro Team, il batterista e il bassista guideranno la Pfm in un concerto tributo al cantautore genovese, scomparso nel 1999, a 45 anni dal tour che li portò in giro per l’Italia.

Che valore hanno i brani di De André a 25 anni dalla sua morte?

Di Cioccio: «Ci piace riascoltare e raccontare le cose belle che abbiamo fatto con Fabrizio qualche decennio fa, ovviamente attualizzandole e inventando musica al momento come nel nostro stile. Per me, che dovrò anche cantare, sarà un’emozione particolare».

Djivas: «I brani di Fabrizio hanno un valore inestimabile, soprattutto in questo periodo storico e soprattutto per i giovani. I ragazzi vivono grandi difficoltà e incertezze e hanno bisogno di qualcosa a cui rimanere ancorati. In questo senso Fabrizio è perfetto perché parla della vita in modo poetico, ma nello stesso tempo assai efficace dal punto di vista comunicativo. Non a caso ai nostri concerti partecipano tantissimi giovani».

Il vostro tour con De André è rimasto nella storia: che cosa vi rimane di quel mitico 1978?

Di Cioccio: «Abbiamo tonnellate di ricordi. All’epoca molti tentarono di far desistere Fabrizio dal proposito di esibirsi con noi. Gli dissero di diffidare soprattutto di me che picchiavo duro sulla batteria. Poi, quando ci incontrammo in Sardegna, capì che la Pfm non mangiava gli artisti. Nacque un sodalizio artistico che ancora oggi trasmette tanta felicità».

Djivas: «Anch’io ho tanti ricordi, ma due in particolare. Il primo sono i momenti in cui trovavamo Fabrizio in camera alle 3 del mattino, con tre o quattro libri aperti sul letto e gli occhi spalancati come quelli di un grillo. Quando gli chiedevo come facesse a leggere quei libri contemporaneamente, mi rispondeva: “Mi interessano le frasi, non i libri”. Il secondo ricordo sono i momenti in cui Fabrizio descriveva un suo testo: ogni canzone non era soltanto una canzone ma una storia importantissima, in cui De André aveva la capacità di concentrare tantissime idee. Ricordo ancora quando raccontava la storia di Marinella a pranzo o a cena, con decine di dettagli e riferimenti storici».

Come incise quel tour sul vostro percorso artistico e su quello di De André?

Djivas: «All’epoca Fabrizio era un’artista di nicchia, quasi un intellettuale: la Pfm aggiunse alle parole di De André la potenza della musica che è uno straordinario mezzo di comunicazione. Di contro, la Pfm apprese da De André il fascino della parola e delle storie».

Con De André siete stati anche in Puglia?

Di Cioccio: «Con Fabrizio abbiamo fatto più di trenta concerti, una tappa in Puglia non poteva mancare».

Che cosa ci dobbiamo aspettare dal concerto al Teatro Team?

Di Cioccio: «Tutti i brani che il pubblico si aspetta da un concerto di De André, anche perché tutti i suoi brani sono nel cuore della gente. In più, abbiamo riarrangiato brani de “La buona novella” con una parte strumentale più spinta».

Djivas: «Ci saranno grandi sorprese, in perfetto stile Pfm».

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