La Città metropolitana di Bari omaggia Enzo Guaricci: l’artista acquavivese nella Pinacoteca “Giaquinto”

A poco più di un anno dalla scomparsa di Enzo Guaricci la Città metropolitana di Bari dedica all’artista originario di Acquaviva delle Fonti la mostra “Natura Scultura” – curata da Christine Farese Sperken e Roberto Lacarbonara – che sarà inaugurata sabato prossimo alle 18 nella Pinacoteca “Corrado Giaquinto”.

L’esposizione, che offre uno sguardo approfondito sulla carriera artistica di Guaricci, vissuta tra Puglia, Firenze e Roma, comprende circa 50 opere che abbracciano oltre mezzo secolo di attività artistica.

Si tratta, spiega la consigliera metropolitana delegata ai Beni culturali, Francesca Pietroforte, di «un omaggio a un artista pugliese e rientra nella programmazione culturale della Città metropolitana con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze culturali del nostro territorio».

Guaricci si avvicina alla pittura nel solco della Nuova figurazione romana prendendo parte ad alcune rassegne espositive a Bari anche grazie all’apprezzamento e alla vicinanza del maestro Renzo Vespignani. In questi anni, Guaricci ragiona su tematiche di carattere sociale e ambientale attraverso dipinti che rielaborano una componente geometrica e neocubista e analizzano i fenomeni di degrado culturale e la stridente convivenza tra una natura gravemente contaminata e la produzione artificiale, industriale e massificata.

Al 1968 risale anche la realizzazione di un monumento commemorativo a Gibellina, dedicato alle vittime del terremoto in Sicilia e prodotto in collaborazione con l’amico artista Lino Sivilli.

Negli anni Settanta e Ottanta, dopo la brusca interruzione della produzione pittorica del 1977, l’attività professionale di Guaricci si divide tra l’insegnamento negli Istituti d’arte di Bari e Monopoli, la scenografia e l’architettura d’interni.

Nel 1990, la ripresa dell’attività artistica vede Guaricci alle prese con nuovo slancio orientato alla scultura, specie quella in bronzo. Una nuova svolta, a partire dal 1993, porta l’artista a elaborare una singolare procedura tecnica per il calco di oggetti di uso comune e superfici naturali. Grazie a un impasto di polveri di marmo, resine e ossidi – in grado di conferire alla materia un aspetto fossile e pietrificato – l’artista produce “reperti archeologici” assolutamente verosimili, erosi dal tempo, allegorie di un presente già archiviato e tracce iconiche di “come eravamo domani”.

Oltre a due grandi installazioni la Pinacoteca propone un’ampia selezione di oggetti, utensili e libri realizzati con la stessa tecnica, comprendendo anche interventi di scala in cui l’artista, superando il concetto di calco diretto, ricrea oggetti ingranditi, riconoscibili eppure totalmente surreali, al limite tra la scultura e l’elemento scenografico. Chiudono la sezione alcuni “dipinti pietrificati“, in omaggio ad autori come Picasso e Guido Reni.

La mostra si articola tra la Pinacoteca metropolitana “Corrado Giaquinto” e il Museo archeologico di Santa Scolastica e sarà visitabile dal 10 febbraio al 31 maggio prossimi.

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