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Il sogno di Shakespeare tra fate e boschi incantati. Questa sera la rivisitazione al Tatà di Taranto

Una gestualità contemporanea a braccetto con l’antica commedia dell’arte e il teatro delle maschere. Ed è servito lo Shakespeare coprodotto da due realtà pugliesi, la Compagnia degli Scalzi di Barletta e i Teatri di Bari, che dopo Roma presentano a Taranto, questa sera. al teatro TaTà, una particolare versione della commedia tra le più celebri…

Una gestualità contemporanea a braccetto con l’antica commedia dell’arte e il teatro delle maschere. Ed è servito lo Shakespeare coprodotto da due realtà pugliesi, la Compagnia degli Scalzi di Barletta e i Teatri di Bari, che dopo Roma presentano a Taranto, questa sera. al teatro TaTà, una particolare versione della commedia tra le più celebri del Bardo. Lo spettacolo “Il sogno di Shakespeare” è, infatti, una rilettura del “Sogno di una notte di mezza estate” firmata dal regista Savino Maria Italiano con protagonisti Lidia Ferrari, Thilina Feminò, Ivano Picciallo e Carolina Eusebietti accanto a Pietro Quadrino, Piergiorgio Maria Savarese e Giorgio Consoli.

In scena, un impedimento amoroso e un amore non corrisposto che costringono quattro innamorati a fuggire dalla città e a ritrovarsi in un bosco abitato da spiriti e fate. Il bosco, la natura – allegoricamente il viaggio della vita, il perdersi per ritrovarsi – si scopre palcoscenico perfetto dove Puck, Oberon e Titania possono giocare a modificare il destino dei giovani malcapitati innamorati. Come gli dèi con gli uomini o i pupari con i loro pupi, ne “Il sogno di Shakespeare” gli abitanti del bosco spingeranno gli innamorati in un continuo scambio di ruoli. E il pubblico assisterà a una giostra che girerà vorticosamente tra amore e fantasia, sogno e reale, attore e personaggio, mettendo a nudo la compagnia degli attori, i loro desideri e volontà, nonché i personaggi loro affidati.

La perfetta costruzione drammaturgica della commedia scespiriana ripropone un meccanismo classico della commedia dell’arte fondato sugli equivoci tra innamorati. Di qui la scelta registica di coniugare le tecniche della commedia con le maschere di Aliano e Stefano Perocco da Meduna, ma con un ritmo e una padronanza del movimento assolutamente contemporaneo e divertente, dentro una componente fantastica, elemento caratterizzante di quest’opera. E nel mescolare teatro di maschera, farsa, prosa e musica la commedia assume dei toni gipsy-blues ponendo al centro l’attore, nel suo rapporto col pubblico e con se stesso, in un crescendo di ritmo che porta la compagnia a svelarsi per quella che è: un gruppo di attori che crede nei sogni.

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