Tra le tre donne in gara a sognare la candidatura agli Oscar 2024 c’è una modugnese. Si tratta di Marisa Vallone, la giovanissima regista che, nonostante si sia cimentata nella sua prima opera in lungometraggio, è entrata nella rosa dei 12 film in lizza, tra i quali ci sarà il film italiano candidato nella categoria di “Miglior film straniero”. Da ben 10 anni, da quando Paolo Sorrentino nel 2014 lo vinse per la “Grande bellezza”, il riconoscimento internazionale non è più stato in Italia.
Tre le pellicole di registe donne, “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, “La Chimera” di Alice Rohrwacher e, appunto, “La terra delle donne” della regista modugnese. Una storia che parla del mondo femminile, della sua potenza, della magia di essere donne, confrontata con un mondo brusco, spesso inospitale e violento, che vuole le donne asservite a determinati canoni, che sono una donna può spezzare. Le donne che Marisa Vallone traccia sono un mix di passato e presente. Sono l’incarnazione di riti antichi, protettrici di segreti magici, che si fondono con il più misterioso dono che una donna ha, la facoltà di generare la vita. Una storia che ha toni ancestrali, ambientata in una Sardegna che strizza l’occhio alle tradizioni della Puglia, e che svela il mondo segreto delle donne e della femminilità. Un salto nell’anima del mediterraneo, dove l’essere donna ha un ruolo preponderante, ricco di misteri, tradizioni, forza e sentimento.
«Questo lavoro – spiega la regista – nasce dalla voglia di raccontare una femminilità che non sia standardizzata. Di immergermi nella tradizione, nei riti, nella realtà delle nostre origini. Il ritorno ad uno spirito originario che nasce dal conflitto tra sud e magia, tra religione e paganesimo, ragione e visceralità». Un film nato dal sodalizio con Paola Sini, ideatrice del progetto, nato nel 2016, con grande sforzo produttivo, nonostante il Covid abbia rallentato la produzione. Un cast di attori, anche internazionali, tra i quali Valentina Lodovini, Syama Rayner, Alessandro Haber, Freddie Fox, che ha recitato in The Crown, Jan Bijvoet, attore belga, Hal Yamanouchi, che ha fatto una parte in Wolverine, e Paola Sini. Il film della regista modugnese e stato trasmesso nelle sale dal 25 aprile, con distribuzione Adler, Rai Cinema e Sardegna Film Commission.
Nonostante la sua giovane età, ha partecipato a numerosi festival come Riff Roma, Fife Casablanca (Morocco), Open Cinema St. Petersburg (Russia), Isfvf (China), Cinemaiubit Bucharest (Romania), Poitiers Film Festival (France), Sardinia Film Festival, Reggio Film Festival, Genova Film Festival, Festival del Cinema Europeo, Premio Stampa al SudEstival, “Lanterna Film Festival” (Mexico), “Visioni Film Festival”, “Inventa un film”; Green Movie Film Fest, Magmart International video art festival, Naoussa International Film Festival (Greece), Biennale dei Giovani artisti del Mediterraneo 2009. Un suo cortometraggio è andato in onda su reti Rai, “La Carna Trist.”, ha codiretto la serie tv “140 secondi”, e ha curato la regia di numerose pubblicità progresso. “La terra delle donne”, che è stato anche presentato e candidato al Bifest 2023, potrebbe rientrare nella rosa dei cinque film tra i quali scegliere il rappresentante della cinematografia italiana ad Hollywood.
«Vedere il mio nome – racconta – al fianco di quello di grandi registi come Gabriele Salvatores, Nanni Moretti, Matteo Garrone e Marco Bellocchio, solo per citarne alcuni, mi ha riempito di una grande emozione. Mi sono appassionata alla cinematografia da piccola, amavo l’arte, mi sono avvicinata al cinema con la maturità. Man mano che crescevo mi sono resa conto che era quello che mi permetteva di esprimermi meglio. Da ragazzina l’ho usato come strumento per documentare e raccontare la mia famiglia, un potente mezzo per lasciare una testimonianza».
La commissione Anica, per la selezione dei film italiani che concorreranno alla designazione del titolo candidato a rappresentare l’Italia, nella selezione per la categoria International Feature Film Award dei 96^ Academy Awards, si riunirà per votare il candidato italiano il prossimo 20 settembre, mentre l’annuncio delle “shortlist” (i titoli in “finalissima”) è previsto per il 21 dicembre. Solo quattro registe fino ad ora, Lina Wertmuller, Wilma Labate, Francesca Archibugi e Cristina Comencini, sono state selezionate come proposte italiane agli Oscar. L’ultima volta è stata ben 17 anni fa.
E se per Marisa «la vittoria sarebbe anche solo poter arrivare alla finale dei migliori cinque», il sogno di chi la conosce dagli esordi, dell’orgogliosa famiglia e di chi l’ha apprezzata sul piccolo schermo sarebbe quello di vederla alla cerimonia di consegna degli Oscar, che si terrà a Los Angeles il 10 marzo 2024.