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Il leone preistorico passò dalla Basilicata: scoperto un frammento osseo nel sito di Venosa Notarchirico

Si diffusero in Italia in un intervallo cronologico compreso tra 660 mila e 610 mila anni fa. I Neanderthal li cacciavano per mangiarli (e non solo). Venivano eviscerati, lasciando zampe e artigli intatti e conservando il pelo come un trofeo. Parliamo dei leoni delle caverne (panthera spelaea) specie presente anche al sud Italia. La conferma…

Si diffusero in Italia in un intervallo cronologico compreso tra 660 mila e 610 mila anni fa. I Neanderthal li cacciavano per mangiarli (e non solo). Venivano eviscerati, lasciando zampe e artigli intatti e conservando il pelo come un trofeo. Parliamo dei leoni delle caverne (panthera spelaea) specie presente anche al sud Italia. La conferma arriva dall’analisi di un osso metatarsale proveniente dal sito archeologico di Venosa Notarchirico, in Basilicata.

Il frammento è stato individuato nel corso di una revisione dei fossili scoperti nelle campagne di scavo del secolo scorso e rappresenta la più antica testimonianza in Europa meridionale di uno dei più grandi felini mai esistiti. Un team internazionale di studiosi, di cui fanno parte Raffaele Sardella e Beniamino Mecozzi del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza, ha appena pubblicato la scoperta su Journal of Quaternary Science.

Lo studio

Il reperto oggetto dello studio, nonostante il non ottimale stato di conservazione, è stato sottoposto ad analisi biometriche e morfologiche. Grazie al confronto con materiale osseo di grandi felini moderni, includendo anche resti provenienti dalla collezione osteologica del laboratorio Paleo Factory della Sapienza, è stato possibile definire il fossile come un osso metatarsale IV sinistro appartenente ad un leone delle caverne.

Il frammento è stato quindi datato facendo riferimento alla sua collocazione stratigrafia derivata dallo studio geologico del sito. Dal sito archeologico di Notarchirico proviene anche il più antico resto fossile umano mai scoperto in Italia, un frammento di femore appartenente probabilmente ad un adolescente di Homo heidelbergensis. Ciò testimonia l’attestarsi della presenza umana nel sito in un periodo compreso tra 695 mila and 610 mila anni fa.

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