Il ritorno dello chef Andre Ursini nella cucina di MasterChef Australia si è rivelato un evento memorabile, segnato dalla sua “inventiva italiana” e da un piatto che ha lasciato i giudici a bocca aperta: gli Spaghetti all’Assassina. Ursini, noto per il suo stile unico, ha affrontato la sua prima prova in solitaria nel ritorno al programma con un obiettivo chiaro: rompere le regole. E c’è riuscito.
Il piatto, presentato come una specialità del Sud Italia, ha subito sollevato perplessità. L’esatto contrario di ciò che ci si aspetta da un piatto di pasta. Come ha spiegato lo stesso Ursini, protagonista della prima stagione, la pasta è stata cucinata “stile risotto”, bruciandola e mescolandola direttamente in padella con un sugo di pomodoro e spezie. La sua tecnica ha dato vita a un piatto dalla consistenza insolita: gommosa, croccante e bruciata. I giudici, che solitamente ricercano la perfezione della cottura al dente, si sono trovati di fronte a un’esperienza culinaria completamente nuova.
La reazione dei giudici
La reazione dei giudici al piatto barese è stata una miscela di shock, curiosità e, infine, ammirazione. Dopo un assaggio iniziale che ha provocato espressioni di incredulità e commenti sulla consistenza «gommosa», i giudici hanno iniziato a comprendere l’intento di Ursini.
Melissa Leong, una dei giudici, ha notato l’importanza del piatto in relazione alla storia raccontata, definendolo un «piatto stimolante» e lodando Ursini per la sua scelta coraggiosa. Ma il momento più divertente è stato l’intervento di Jock Zonfrillo, che ha esclamato: «Penso che tu sia pazzo!». Ursini ha risposto ridendo: «Siamo in due, amico!», dimostrando il suo carattere e la sua sicurezza. Zonfrillo ha concluso riconoscendo la genialità del piatto, definendo il suo modo di fare cucina «particolare e bizzarro».
La vera sorpresa è stata la consistenza della pasta, che con la burrata in cima si è ammorbidita, creando un equilibrio unico che ha «ripulito il palato» e ha reso il piatto coeso. Con la sua esibizione, Ursini non solo ha sfidato le convenzioni culinarie, ma ha anche portato alla ribalta un piatto poco conosciuto, ma ricco di storia e audacia.