Geolier primo nella seconda serata del festival di Sanremo e il figlio di Amadeus, Josè, seduto in prima fila, esulta.
Non contiene l’entusiasmo il figlio del direttore artistico nel sentire il nome del rapper napoletano idolo dei teenager e leader delle classifiche 2023, che si piazza al primo posto della top 5 con il brano “I p’ me tu p’ te“.
Nella seconda serata del festival si sono esibiti 15 artisti su 30 e la classifica è stata data dal voto da casa e da quello delle radio.
Fischi dal pubblico del teatro Ariston, invece, all’annuncio del quarto posto di Loredana Bertè nella classifica della seconda serata del festival di Sanremo 2024.
L’esibizione della cantante era stata accolta da cori da stadio, con battiti di mani e cartelli in galleria che acclamavano la cantante e la sua “Pazza“.
A completare la top5, dietro Geolier, ci sono Irama e Annalisa. Al quinto posto Mahmood.
Quella di ieri è stata una serata intensa con Giorgia, alla conduzione accanto ad Amadeus, che ha incantato il pubblico del Festival con i suoi brani e Giovanni Allevi che, raccontando la sua storia, ha emozionato gli italiani.
«All’improvviso mi è crollato tutto. Non suono più il pianoforte davanti ad un pubblico da quasi due anni. Nel mio ultimo concerto, alla Konzerthaus di Vienna, il dolore alla schiena era talmente forte che sull’applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. E non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi, pesantissima». Si apre così il monologo che Giovanni Allevi porta sul palco dell’Ariston, dove sale accolto da una standing ovation e da una grandissima commozione di tutta la platea.
Allevi si commuove a sua volta ed espone prima la malattia nella sua durezza. «Ho perso molto – dice – il mio lavoro, i miei capelli, le mie certezze ma non la speranza, la voglia di immaginare». Poi però la malattia viene descritta dal compositore come portatrice di qualcosa di inaspettato, di doni. Allevi ne elenca diversi: la ritrovata consapevolezza del valore dell’unicità dell’individuo, la riconoscenza per l’affetto che si riceve dagli altri pazienti, la riscoperta dell’importanza della Natura e del suo effetto salvifico, la scoperta dell’immortalità dell’anima liberandosi dal peso del giudizio esterno. «Non molto tempo fa, prima che accadesse tutto questo, durante un concerto in un teatro pieno, ho notato una poltrona vuota. Come una poltrona vuota?! Mi sono sentito mancare! Eppure, quando ero agli inizi, per molto tempo ho fatto concerti davanti ad un pubblico di quindici, venti persone ed ero felicissimo! Oggi… dopo la malattia, non so cosa darei per suonare davanti a quindici persone», ammette Allevi.
E ancora: «I numeri non contano. Sembra paradossale detto da qui. Perché ogni individuo, ognuno di noi, ognuno di voi, è unico, irripetibile e a suo modo infinito». Un altro dono è «la gratitudine nei confronti della bellezza del Creato. Non si contano le albe e i tramonti che ho ammirato da quelle stanze d’ospedale. Il rosso dell’alba è diverso dal rosso del tramonto. Un altro dono. la gratitudine per il talento di medici e infermieri. La riconoscenza per l’affetto, la forza, l’esempio che ricevo dagli altri pazienti, i guerrieri, così li chiamo». E commuovendosi fino alle lacrime: «E lo sono anche i loro familiari, e lo sono anche i genitori dei piccoli guerrieri. Vi ho portato tutti qui con me sul palco. Facciamo loro un applauso».
Infine l’ultimo dono: «Quando tutto crolla e resta in piedi solo l’essenziale, il giudizio che riceviamo dall’esterno non conta più – dice Allevi -. Com’è liberatorio essere sé stessi».
Dopo il monologo, si avvicina Amadeus, e a dimostrazione di quest’ultimo dono, per liberarsi definitivamente dal peso del giudizio esterno, Allevi compie in diretta il gesto simbolico di togliersi il cappello. Lui che sempre fatto dei suoi capelli ricci e scuri un tratto distintivo, mostra senza timore la chioma argentata. A questo punto si alza il sipario e Allevi va verso il pianoforte e – dopo due anni – torna a suonare il pianoforte eseguendo “Tomorrow”, brano inedito composto durante la degenza in ospedale.
Una nuova standing ovation dell’Ariston saluta Allevi, che fa alzare in piedi anche l’orchestra di Sanremo.