Categorie
Cultura e Spettacoli Puglia

Barbiera e influencer, Doriana Borgo: «Per affermarmi ho lottato contro i pregiudizi» – L’INTERVISTA

Talento, grinta, personalità. E un seguito social da influencer. Con oltre 23mila follower su Instagram e più di 14mila su TikTok, Doriana Borgo è la figura del momento nel panorama della cura della bellezza maschile: un fenomeno che travalica i confini della sua Martina Franca, dove ha trasformato un semplice salone in un ricercato tempio del benessere. “The BarBer”, il suo rifugio di lusso – tutto al femminile -, non è solo un luogo dove rifinire barba e capelli, ma un’esperienza “made in Puglia” che unisce eleganza e innovazione, capace di attrarre clienti da tutta Italia.

Come si è avvicinata a questa professione?

«Da ragazzina cercavo un lavoretto pomeridiano da fare dopo la scuola. Un mio amico, scherzando, mi suggerì di andare a lavorare dal suo barbiere che cercava personale. Non avevo particolari aspettative, ma ho deciso di provare. E così è iniziato tutto. Non è stata una scelta troppo voluta, poi mi sono appassionata e ho deciso di continuare su questa strada».

Ha clienti da tutta Italia che viaggiano fino a Martina Franca appositamente per venire da Lei. Si è mai chiesta il motivo di tutto questo seguito?

«Penso che negli ultimi anni ci sia stata una crescente ricerca da parte degli uomini di un servizio più attento e specifico. Un tempo, la cura del corpo maschile non riceveva molta attenzione, ma oggi le cose sono cambiate. Negli ultimi anni c’è stata un’evoluzione dei prodotti cosmetici per l’uomo, si è creato un nuovo mercato.

La richiesta di figure professionali competenti è aumentata. Chi viene da me cerca proprio questo: una persona preparata, in grado di risolvere i problemi di barba e capelli, cosa che non sempre si trova nei barbieri tradizionali. Ormai c’è una netta distinzione tra chi è davvero bravo e chi è meno preparato. Chi mi sceglie lo fa proprio per la mia formazione e la qualità del servizio».

Nel mondo della barberia, tradizionalmente maschile, ha incontrato delle difficoltà nel farsi strada?

«Certo. Ho lottato e continuo a lottare per sconfiggere tanti pregiudizi. Capita spesso di sentirmi dire: “Ma come puoi parlare di barba se non ce l’hai?”. Come se il fatto di essere una donna sminuisse le mie capacità. Inizialmente queste cose mi infastidivano, ma ora ho imparato a gestirle. Penso che quando ti presenti come una persona competente, che sa fare bene il proprio mestiere, le battutine si riducono. Alla fine, i fatti parlano da soli».

Che ruolo hanno i social nella sua attività?

«Sono senz’altro un elemento chiave. Non li ho mai considerati uno strumento di marketing, ma piuttosto un modo per raccontarmi, per condividere la mia esperienza. Ho sempre cercato di essere il più autentica possibile, cercando di non fare una comunicazione troppo impostata o artificiale. Penso che la chiave del successo sia stata proprio questa: la naturalezza e la trasparenza».

Quanto ritiene che i social l’abbiano aiutata nel farsi conoscere, attirando clienti da altre città e regioni?

«Molto, direi siano stati fondamentali. I social sono una vetrina e portano le persone a incuriosirsi. La parte difficile, però, è mantenere le promesse. Penso che la vera sfida sia non deludere mai le aspettative. Mostrare ciò che davvero si sa fare è il segreto per non tradire la fiducia di chi ti segue».

Lei si confronta quotidianamente sul web con commenti offensivi e sessisti. Come vive questo lato della sua popolarità?

«All’inizio, la cosa mi disturbava molto, mi faceva stare male. Ora, invece, la vivo in maniera più distaccata. Purtroppo è un tema culturale. Se non fanno certi commenti sui social, succede in piazza o al bar. È una mentalità che non cambia dall’oggi al domani.

Ma cerco di educare, non rispondo mai in modo aggressivo. Una volta mi hanno detto: “Se ti metti sui social, devi essere pronta a ricevere anche le critiche più dure”. Io però non mi sento di accettare certi comportamenti. Sono sempre disponibile al confronto, ma non ci dev’essere spazio per l’odio».

C’è stato qualche commento che l’ha particolarmente colpita o ferita?

«Un utente, dopo aver visto una delle mie storie, mi ha scritto che stavo solo cercando di vendere qualche prodotto. Questo mi ha un po’ infastidita, perché non è affatto quello che faccio. Ho cercato di spiegargli che non ho uno shop online, ma lui ha continuato a offendere. Alla fine l’ho bloccato. È frustrante vedere certe reazioni, soprattutto quando non c’è una base di comprensione del proprio lavoro. Eppure bisogna fare i conti con queste cose».

E ai commenti sessisti come reagisce?

«La questione sessista è radicata nel tessuto sociale, richiede un cambiamento profondo. I social, purtroppo, riflettono questa mentalità. Se andassimo in Svezia, dove ci sono donne barbiere da molto tempo, probabilmente non avremmo nemmeno bisogno di parlarne».

Qual è stata la richiesta più insolita che ha ricevuto da un cliente?

«Un ragazzo con i capelli quasi rasati mi ha chiesto una sfumatura laterale (ride ndr). Era impossibile farla, ma ho cercato di accontentarlo nel miglior modo possibile. Un’altra volta, un uomo con pochissimi capelli mi ha chiesto una riga di lato. Ha iniziato a tirare i suoi tre capelli da una parte all’altra per far vedere dove voleva la riga. In quei casi, si cerca di affrontare la situazione con leggerezza; la cosa importante è sapersi adattare a ogni richiesta».

Qual è il traguardo che si prefigge nella sua professione?

«Direi cambiare il mondo una testa alla volta (sorride ndr). Credo che, nel nostro piccolo, possiamo fare la differenza. Se facciamo sentire le persone meglio con se stesse e promuoviamo un po’ di gentilezza, questa si diffonde. Ogni piccolo gesto di empatia e professionalità ha il suo impatto positivo».

Una missione impossibile?

«Preferisco vederla come una missione difficile. Però, ci credo. Dev’essere il nostro contributo per migliorare la realtà che ci circonda».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version