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Cultura e Spettacoli Puglia

Dal Portogallo alla Puglia, quelle geografie invisibili di un cinema necessario

Una geografia invisibile, un ponte, capace di legare la Puglia e il Portogallo. Due terre che non solo condividono una vicinanza geografica, ma anche una storia di lotte per la democrazia. Questo è il cuore di “Tempi Luminosi sul 41esimo parallelo Nord”, il festival che, dal 28 aprile al 13 maggio, porta il cinema a Bari per celebrare la resistenza, la memoria storica e la speranza.

Il cinema si fa memoria

Il Teatro Polifunzionale AncheCinema di Bari ospita quattro serate di proiezioni che esplorano la lotta per la libertà attraverso il cinema. Le storie raccontate da registi italiani e lusofoni non si limitano a raccontare il passato, ma offrono spunti di riflessione per il presente e per il futuro. I film scelti affrontano temi universali come la resistenza, la memoria collettiva e la speranza, attraverso il linguaggio visivo del cinema, che riesce a trasformare la storia in un’esperienza immediata.

Un percorso di storie

Il 28 aprile si apre il festival con “Grand Tour” di Miguel Gomes, vincitore del Prix de la mise en scène al Festival di Cannes 2024, un’opera che mescola passato e presente con uno stile innovativo e poetico, invitando il pubblico a riflettere sulla memoria collettiva e sul cambiamento. Il 29 aprile sarà la volta di “Palazzina Laf” di Michele Riondino, un dramma che racconta, con uno sguardo intimo e coinvolgente, la tragica realtà della fabbrica Ilva di Taranto, un’opera che ha vinto tre David di Donatello nel 2024. Il 12 maggio, “Ainda estou aqui” (Io sono ancora qui) di Walter Salles, vincitore del premio Osella alla Mostra del Cinema di Venezia, si immerge nella durezza della dittatura brasiliana degli anni ’70, raccontando la storia di un ex deputato prelevato dalle autorità per un interrogatorio e mai più restituito. Infine, il 13 maggio, “Nuovomondo” di Emanuele Crialese chiude il festival con un racconto sulla dura esperienza migratoria di una famiglia siciliana alla ricerca di una vita migliore in America. Le proiezioni sono gratuite e si terranno ogni sera alle 20.

L’inquietudine che resta

Le storie che “Tempi Luminosi” porta sullo schermo non offrono sollievo, né si prestano a una celebrazione compiacente del passato. Sono piuttosto come fenditure: spiragli attraverso cui la realtà, anche la più scomoda, entra e obbliga a guardare. Non ci sono buoni e cattivi, né eroi da incorniciare. C’è la fatica, il dubbio, la violenza strutturale, il desiderio: tutto quello che rende la storia vera e il cinema necessario. E se qualcosa resta dopo la visione di questi film, non è un sentimento consolatorio, ma un’inquietudine precisa. La stessa che attraversa le latitudini e si riflette in quelle esistenze parallele che, tra la Puglia e il Portogallo, tra ieri e oggi, hanno avuto il coraggio di non sparire.

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