Da Taranto a Città del Messico: gli ori del MArTA nella mostra “Forme e colori dell’Italia preromana”

I preziosi Ori, parte del corredo di una giovane donna daunia di rango regale, custoditi all’interno della collezione del Museo archeologico nazionale di Taranto, volano a Città del Messico per celebrare la tappa finale della mostra “Forme e colori dell’Italia preromana. Canosa di Puglia”.

Si tratta dell’ultimo appuntamento dell’ambizioso programma “Il racconto della bellezza”, realizzato in collaborazione tra la Direzione generale musei del Ministero della Cultura e la Direzione generale Diplomazia pubblica e culturale del Ministero degli Affari Esteri, che mira a promuovere all’estero il patrimonio culturale italiano.

La mostra, curata dal Direttore generale Musei prof. Massimo Osanna e dal Dott. Luca Mercuri, è una narrazione coinvolgente di un’importante civiltà italica come quella dei Dauni, ma anche un saggio eloquente dell’archeologia pugliese e degli scambi e degli intrecci di culture che è in grado di testimoniare.

Gli oggetti

I materiali esposti provengono dai depositi e dalle collezioni di alcuni dei principali musei della Puglia, il Museo Archeologico Nazionale di Canosa di Puglia, il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, il Museo Archeologico di Santa Scolastica di Bari, nonché della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia e della Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo.

L’esposizione illustra un momento significativo della storia dell’Italia antica, precedente all’unificazione portata a termine da Roma, e si concentra sui Dauni, una popolazione che abitava l’area settentrionale dell’attuale Puglia e parte della Basilicata.

La direttrice del MArTA

«È un onore per il Museo archeologico nazionale di Taranto far parte di questo progetto – spiega la direttrice Stella Falzone – perché attraverso queste mostre internazionali riusciamo a essere ambasciatori della storia del nostro territorio, anche perché nel progetto scientifico è chiara l’interconnessione culturale che esisteva tra gli antichi popoli che abitavano la Puglia».

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