Ventuno anni di carcere ingiusto raccontati in novanta minuti. Prima assoluta al teatro Litta di Milano per Peso Morto, il docufilm dell’associazione Errorigiudiziari.com con la regia di Francesco Del Grosso che racconta la storia del tarantino Angelo Massaro.
Al festival internazionale del documentario “Visioni dal mondo” c’era anche un sostituto procuratore della Corte d’appello lombarda, Cuno Tarfusser, che dopo aver visto il film ha voluto stringere la mano a Massaro e chiedergli scusa a nome dello Stato «per tutto quello che ha subìto». Il docufilm sarà al Matera film festival dal 3 ottobre. Massaro, originario di Fragagnano (Ta), fu arrestato nel 1995 con l’accusa di aver ucciso un suo caro amico e nascosto il cadavere (che non verrà mai ritrovato).
Ha scontato 21 anni di carcere per colpa di un’intercettazione telefonica trascritta male e interpretata peggio. Disse alla moglie che stava trasportando un carico ingombrate, un «muers» in dialetto ma qualcuno trascrisse un «muert», cioè un cadavere. Una vita distrutta per colpa di una consonante. Ventuno anni in carcere da innocente pur in assenza del cadavere, dell’arma e del movente, che lo hanno privato dell’amore della moglie e della possibilità di vedere crescere i figli. Solo un processo di revisione è riuscito a mettere fine a una clamorosa ingiustizia che ha lasciato cicatrici indelebili nella mente e nel cuore del protagonista di Peso morto.
Il documentario ripercorre i momenti chiave della sua sconvolgente odissea umana. «La prima volta che incontrammo Angelo Massaro era tornato a essere un uomo libero da pochi giorni», raccontano Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone dell’associazione Errorigiudiziari. «Si presentò a noi con due borsoni pieni di carte, atti giudiziari, codici e quaderni con i suoi appunti scritti durante la lunga carcerazione. Ci travolse con la sua voglia di raccontare, di far sapere quello che aveva passato in quasi la metà della sua vita. Capimmo subito che ciò di cui era stato involontario protagonista era uno degli errori giudiziari più gravi della storia repubblicana. Per questo, alla fine di quella prima giornata passata insieme, gli facemmo una promessa: la sua storia sarebbe diventata un docufilm. Ora, cinque anni dopo quell’incontro, siamo orgogliosi di aver mantenuto quell’impegno con Peso morto».
In Peso morto lo spettatore rivive l’odissea umana e giudiziaria di Massaro attraverso un viaggio fisico ed emozionale nei luoghi che hanno fatto da cornice alla sua ingiusta detenzione, attraverso le testimonianze di chi gli è stato vicino dentro e fuori dal carcere.