Cos’è un concerto, se non un grande e lungo abbraccio fra i musicisti e il pubblico che li ascolta, nel nome della musica e delle emozioni che l’hanno ispirata? Forse per questo la prima delle cento parole che Red Canzian, compositore e bassista dei Pooh, ci regala nel suo ultimo libro è proprio abbraccio. “Centoparole – per raccontare una vita”, questo il titolo dell’opera, è molto di più di un’autobiografia, perché le esperienze personali sono legate ad una selezione di parole che suonerà a tutti molto familiare e rappresentativa e a cui allo stesso tempo ciascuno conferisce un valore particolare. Si tratta indubbiamente di una struttura originale che coinvolgerà il lettore in una sorta di dialogo, richiamandogli inoltre il succedersi delle canzoni negli album. «Le parole possono aiutarci a crescere, farci stare male o placare i dolori dell’anima. In ognuna di esse si nasconde un mondo affascinante e complesso, che può significare molto di più di quello che può sembrare». Ed è oltre l’apparenza che Canzian vuole condurci, perché non si limita a raccontare i momenti più eclatanti della sua carriera musicale, ma invita il lettore a entrare nel suo mondo personale, offrendo scorci della sua infanzia, delle sue paure, delle sue gioie e delle sue esperienze di crescita. Conosciamo l’artista, ma soprattutto l’uomo, con le sue fragilità, le sue ambizioni e il suo costante desiderio di migliorarsi e di creare: «ogni tanto sento il bisogno di fare un bilancio della mia vita per capire dove sono arrivato e cosa mi manca», ecco l’approccio costruttivo che ha alla scrittura e alla vita.
L’autenticità della narrazione
Uno degli aspetti più affascinanti dell’opera del resto è la sua autenticità. Canzian si racconta senza filtri, con sincerità e senza nostalgie, con lo sguardo sempre puntato avanti. Non cerca di idealizzare la sua figura né di presentarsi come un’icona irraggiungibile, ma, al contrario, si svela come un uomo che ha dovuto affrontare sfide, fare scelte difficili e imparare dagli errori. E tutto segue un ritmo incalzante, quasi musicale, un’armonia che riflette lo stile e il percorso di vita dell’autore, e soprattutto i sogni che l’hanno guidato. Non mi ha sorpreso che fra le parole scelte ci sia Amicizia: i Pooh, prima di essere una band mitica della nostra canzone popolare, sono uno straordinario esempio di amicizia, e mi hanno colpito anche le righe dedicate a Riccardo Fogli, che l’autore ha conosciuto realmente solo nel 2016, durante la reunion, e con cui si è stabilita subito una forte consonanza interiore. “Rigore e virtù” per l’autore sono gli antidoti all’egoismo, il peggior antagonista del vincolo amicale, ma se si vuole davvero si può essere “amici per sempre”.
Le radici e la gratitudine
Dalle pagine emerge, inoltre, l’importanza che attribuisce ai legami familiari e alle radici. Una delle parole è Quinto di Treviso, il paese in cui è nato e che ha rappresentano una parte fondamentale della sua formazione. Canzian ci racconta dei sacrifici dei suoi genitori, il sostegno e l’amore, elementi che hanno avuto un ruolo cruciale nel forgiare il suo carattere e la sua visione del mondo. La gratitudine del resto è un sentimento che riempie molte pagine: verso la famiglia, ma certo anche verso i fan, i colleghi e l’esistenza stessa, sollecitando il lettore a non dare mai nulla per scontato.
L’uomo oltre l’artista
Della carriera musicale, mette in luce non tanto il palcoscenico ma il dietro le quinte, ossia i dubbi, i ripensamenti, le incertezze che anche una band di successo come la sua deve affrontare e superare: condividere, suonare, cantare e fare festa con il pubblico, rimangono le intenzioni più profonde e vere che, assieme al suo basso, lo hanno accompagnato lungo la strada. Sono parole piene di lirismo, perché ancora piene di emozione per una vita trascorsa in tour o in sala registrazione con i compagni d’avventura. L’opera, grazie all’intonazione profondamente meditativa, trascende l’ambito professionale e individuale: nei capitoli, brevi ma densi, troviamo frammenti di vita che segnano una lezione dal valore universale, “imparare, crescere, cambiare, osare”.