È il festival di una città che ha ormai il palato fine quando si parla di cinema. Negli anni, a Bari, l’amore per la settima arte è cresciuto, ed è cresciuto in salute anche grazie a questa manifestazione. Eppure l’atmosfera è elettrica, la senti nell’aria che preannuncia primavera, la incontri nei lustrini degli abiti da sera, nelle giacche eleganti, nei sorrisi di attesa. Il Bif&st parla ai baresi sottovoce, promette emozione, e regala ogni anno qualcosa di straordinario. Manca un’ora all’inizio della proiezione, ma il Teatro Petruzzelli, fiore all’occhiello della città, è già pronto.
Un inizio intimo e coinvolgente
Le luci si abbassano, così come il brusio in sala, e Oscar Iarussi, direttore artistico del festival, si presenta sul palco con la consueta eleganza e sobrietà. Inizia con un saluto caloroso a tutti i presenti, sottolineando il ruolo centrale che il Bif&st ha ormai acquisito nel panorama cinematografico internazionale: «Il Bif&st è ormai un appuntamento imperdibile per gli amanti del grande schermo, un luogo di incontri, scoperte e celebrazioni del talento». Iarussi ha reso subito chiaro che il festival non si limiterà a celebrare il grande schermo, ma esplorerà la potenza delle storie che da esso prendono vita.
Ad arricchire questa apertura c’è Rosa Palasciano, giovane e talentuosa attrice del cinema indipendente italiano, ha affiancato Iarussi nella conduzione della serata. Con la sua voce, carica di freschezza e passione, ha incantato la sala con un canto popolare della Valle d’Itria, un omaggio alla tradizione musicale pugliese che ha saputo legarsi perfettamente alla magia del momento. Il festival ha poi preso una piega significativa, con il saluto delle istituzioni locali. Il sindaco di Bari, Vito Leccese, ha sottolineato l’importanza del Bif&st come motore culturale per la città, mentre il presidente della regione, Michele Emiliano, ha elogiato la visibilità che il festival porta alla regione, evidenziando come il Bif&st «sostenga e promuova il cinema come strumento di crescita e riflessione».
Un premio per Felice Laudadio
La serata è proseguita con la premiazione di Felice Laudadio, ideatore e direttore storico del Bif&st. Iarussi ha annunciato il premio, con parole che hanno sottolineato il legame indissolubile tra Laudadio e la cultura cinematografica italiana: «Felice Laudadio ha dedicato la sua vita alla promozione del cinema, dalla Mostra di Venezia al Bif&st, e per questo il nostro festival non può che tributarle il giusto riconoscimento».
“Le Assaggiatrici”
Al via dunque la proiezione del film di apertura, che quest’anno ha visto la proiezione di “Le Assaggiatrici”, opera di Silvio Soldini. Prima della visione della pellicola, il regista è salito sul palco per un breve saluto, accompagnato dalla delegazione del film, tra cui gli attori Elisa Schlott, Max Riemelt e Alma Hasun. Un’anteprima che ha fatto subito capire la direzione ambiziosa del festival: puntare su opere di grande qualità e contenuti profondi.
«È un onore essere qui e iniziare questa nuova edizione con un film che racconta una storia di resistenza e umanità durante uno dei periodi più bui della nostra storia», ha dichiarato Soldini, spiegando la scelta di Le Assaggiatrici come film d’apertura. Ci siamo dunque, il BIF&ST è tornato. Non resta che sedersi in poltrona, allacciare le cinture, e godersi il viaggio.