Quando l’amore sembra amore ma in realtà non lo è affatto, anzi diventa presto violenza e disagio psicologico in una escalation di sofferenza e rassegnazione; una spirale di autodistruzione che sembra inarrestabile. Un tema di grande attualità, da sempre purtroppo. Un podcast e un libro per toccare con mano, con coraggio e sincerità, una realtà che diventa dramma a largo raggio, che attanaglia l’animo e paralizza l’Io. Il primo appuntamento con la scrittrice e giornalista Selvaggia Lucarelli è stasera, alle 21, al Teatro Kismet di Bari per il terzo incontro della rassegna “Viaggio in Italia” a cura di Nicola Lagioia.
Il podcast “Proprio a me” (7 puntate), realizzato in collaborazione con Chora Media, parte da un’esperienza personale, una delle più difficili da raccontare e superare e che tocca la sfera più vulnerabile di ognuno di noi: quella affettiva, sia per la donna che per l’uomo. Quando nelle previsioni più dolorose, la droga non è una sostanza ma una relazione; capita a tante e a tanti, anche alle personalità apparentemente forti e sicure di sé, così come è capitato alla stessa Selvaggia: una dipendenza affettiva capace di oscurare, per quattro lunghissimi anni, la bellezza della vita. Nell’esperimento del “sentire e del vedere”, si ascolteranno anche le testimonianze di persone che, dopo una grande passione amorosa, hanno toccato il fondo per poi rinascere a nuova vita, in una forma migliore. E il tema della dipendenza affettiva sarà affrontato dalla Lucarelli anche domani, alle 19.00, nell’opificio “Vecchie Segherie Mastrototaro”, in via Porto 35 a Bisceglie.
Accompagnata dalla giornalista Anna Puricella, Selvaggia presenterà il suo libro “Crepacuore” di Rizzoli. Un momento di assoluta verità: «Vivevo le mie giornate senza di lui come un intervallo – dichiara la giornalista – una pausa dell’esistenza. Mi spegnevo, in attesa di riaccendermi quando lo avrei visto. Ero appena diventata una giovane tossica, convinta, al contrario, di aver colmato quella zona irrimediabilmente cava della mia esistenza». Raccontare, confrontarsi su questi delicati argomenti significa superare al meglio il dramma vissuto e vuol dire provare ad aiutare chi è ancora dentro quell’inferno e non sa come uscirne. «Oggi, guardandomi indietro, faccio ancora fatica ad ammetterlo, ma la felicità di mio figlio, la sua sicurezza perfino, erano la cosa più importante solo in quei rari momenti in cui sentivo di aver messo la mia relazione al sicuro». Parole di una donna che non fa sconti a sé stessa, in un percorso di elaborazione che vuol dire rinascita.
L’ingresso alle “Vecchie Segherie Mastrototaro” è libero con prenotazione obbligatoria. (0808091021). Botteghino Teatro Kismet (Str. S. Giorgio Martire 22): 3358052211 o sul circuito Vivaticket.com.