Un appuntamento speciale e fuori stagione per ricordare Alessandro Leogrande nel giorno del suo compleanno. Lunedì alle 19.30 sul palco del teatro comunale Piccinni di Bari, andrà in scena uno spettacolo omaggio allo scrittore e giornalista tarantino, prematuramente scomparso nel 2017.
“Alessandro – Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande”, una produzione di Teatro Koreja in coproduzione con Ura Teatro, per la regia di Fabrizio Saccomanno, con Fabrizio Saccomanno, Barbara Petti, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Andjelka Vulic. “Alessandro”, definito “Spettacolo dell’anno 2023” dal Krapp’s Last Post, è il racconto della vita, delle imprese, delle opere di un intellettuale straordinario. Alessandro è Taranto. Alessandro è viaggio nei ghetti dei migranti, persi nelle campagne. È viaggio infaticabile nei luoghi delle frontiere e dei muri. Alessandro è meraviglia di fronte a un quadro. È pratica altissima di una “pietas” dello sguardo. Alessandro è un compagno di viaggio in questi tempi difficili, una fonte inesauribile d’ispirazione. Alessandro è teatro pulsante, dove memoria, presente e utopia non sopportano mai, come in tutta la sua opera, di essere separati.
Nato a Taranto nel 1977, dopo aver conseguito la maturità al Liceo classico Archita della città natale, nel 1996 Leogrande si trasferisce a Roma, dove si laurea in filosofia all’Università La Sapienza con una tesi sulla critica sociale di Michael Walzer. Ha scritto per giornali e riviste come Internazionale, l’Unità, il manifesto, Panorama, il Riformista, Il Fatto Quotidiano, Una città, Nuovi Argomenti, Gli asini, La terra vista dalla luna, Pagina99, Minima&Moralia. È stato editorialista del Corriere del Mezzogiorno, curatore dell’inserto Fuoribordo per il settimanale “Pagina 99” e ha condotto trasmissioni per Radio 3 RAI e Radio Svizzera Italiana.
È stato per dieci anni vicedirettore del mensile “Lo Straniero” (diretto da Goffredo Fofi). Leogrande ha esordito nel reportage narrativo con Un mare nascosto, dedicato alla sua città, e ha proseguito l’indagine sulle nuove mafie, i movimenti di protesta, lo sfruttamento dei braccianti stranieri. È morto a Roma il 26 novembre 2017, stroncato da un malore improvviso a 40 anni. Il padre Stefano ne ha voluto ricordare il lavoro «in difesa degli ultimi e dei ferocemente sfruttati nei più diversi contesti: nell’ambito del caporalato, degli immigrati, dei desaparecidos in Argentina, e ovunque ci sia stato un sopruso».