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Alle Tremiti l’omaggio a Lucio Dalla, Rubino: «È il mio angelo custode»

«Lucio Dalla è il mio angelo custode». A dichiararlo Renzo Rubino in merito alla sua partecipazione al Tremiti Music Festival in onore del grandissimo cantautore. Puoi raccontarci il tuo nuovo progetto “Come è profondo il mare”? «Innanzitutto partiamo dal titolo: “Come è profondo il mare” è uno dei miei dischi preferiti del grande Lucio Dalla.…

«Lucio Dalla è il mio angelo custode». A dichiararlo Renzo Rubino in merito alla sua partecipazione al Tremiti Music Festival in onore del grandissimo cantautore.

Puoi raccontarci il tuo nuovo progetto “Come è profondo il mare”?

«Innanzitutto partiamo dal titolo: “Come è profondo il mare” è uno dei miei dischi preferiti del grande Lucio Dalla. Nella mia personalissima opinione il suo lavoro discografico va ad evidenziare il rapporto di Lucio con le Isole Tremiti. Mi piace pensare che il mare che descrive si riferisca a quello delle Isole, anche perché pare che quel disco sia stato scritto lì. Più in generale, non faremo solo quel disco, ma spazieremo con altri grandissimi successi di Dalla».

Qual è il fil Rouge che ti lega a Lucio Dalla?

«L’amore per la Puglia, l’amore per il mare e per il modo di immaginare le canzoni. Per i tanti che, come me, vivono di musica rappresenta un sorta di angelo custode. Ho sempre trovato risposte nelle sue canzoni, non solo grande stima che mi spinge a far meglio».

Che feeling si è creato con Roy Paci e Serena Brancale?

«Volevamo fare qualcosa di diverso e di nuovo. Credo che il modo migliore per fare qualcosa di nuovo è trovare musicisti diversi dallo standard. Non avremo una band classica. La sua tromba è una tromba speciale, è la sua voce personale. Serena oltre che una bravissima cantante è molto brava con una strumentazione diversa dallo standard. Sarà un omaggio giusto con un sound non scontato».

Nella tua carriera hai collezionato tanti premi. C’è un premio a cui sei particolarmente legato?

«Ovviamente il Premio della Critica “Mia Martini” che ho vinto al mio primo Festival di Sanremo. Un premio inaspettato arrivato dopo grandi sacrifici».

Tu hai partecipato anche ad eventi sociali come “Un palco per Amatrice” dopo il terremoto che ha colpito il centro Italia e al Disability Pride. Credi che la comunicazione sociale passi anche attraverso la musica?

«Quando si ha a che fare con i sentimenti si deve essere sensibili alla vita, senza sensibilità non si può avere nemmeno idea di quello che accade nel mondo. Mi piacciono le persone che vivono la vita con grande gioia e semplicità pur avendo delle limitazioni. Mi piace pensare che tutti abbiamo abilità diverse e che tutti siamo essenzialmente unici».

Tra tutti i tuoi lavori discografici, a quale sei maggiormente legato?

«Quello che verrà, gli altri fanno parte del passato. Si guarda al futuro e al nuovo disco che sarà».

Sei nato a Taranto ma hai trascorso tutta la tua infanzia a Martina Franca…

«Sono cresciuto per strada in un momento in cui i social non esistevano e sono stato fortunato perché ho avuto l’occasione di sbucciarmi le ginocchia, giocare a pallone, ho vissuto le personalità chiave della nostra terra come il panettiere e salumiere che negli anni sono diventate figure costanti nella mia vita. Ho deciso di vivere qui perché mi sento a casa. Questo luogo lo voglio proteggere nel tempo non solo per le belle abitudini come i panzerotti e il mare ma per perchè ho bisogno di una vita di paese più semplice e vera».

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