“Albertine, where are you?”: dalla Bat il corto in corsa a Venezia 79

«Bravissima! Tutta la città incrocia le dita per Maria Guidone, regista ed eccellenza spinazzolese che, il prossimo 3 settembre, vedrà la sua ultima opera in concorso alla 79esima Mostra del Cinema di Venezia», questo l’augurio che il primo cittadino di Spinazzola, Michele Patruno, rivolge, tramite i canali social, alla sua concittadina Maria Guidone in lizza per un premio.

Il lavoro scritto e diretto dalla regista spinazzolese dal titolo “Albertine, where are you?”, è candidato nella Sezione “SIC@SIC Short Italian Cinema” della Settimana Internazionale della ‘Critica Concorso’. La kermesse internazionale è partita il 31 agosto e terminerà il 10 settembre.

«Si tratta di un cortometraggio che vede anche Spinazzola tra i protagonisti – spiega entusiata il sindaco Patruno – Sempre più spesso le storie raccontate dalla settima arte si intrecciano con i vissuti del nostro territorio. Voglio congratularmi con la nostra concittadina per questo prestigioso riconoscimento certo che l’opera riuscirà a fare breccia sui componenti della giuria».

Maria Guidone, classe 1979, dopo il dottorato in filosofia, frequenta l’École Supérieure des Études Cinématographiques a Parigi, città in cui lavora come montatrice per Arte France e dove dirige i suoi primi cortometraggi. Una volta rientrata in patria, dà il via alla sua carriera di regista pubblicitaria, firmando campagne sociali internazionali sui diritti delle donne, sull’inclusione e sulla diversità.

Nello stesso tempo prosegue il suo percorso di ricerca autoriale: i corti “Swing” e “Tutta intorno a me” sono stati selezionati e premiati in molti festival internazionali. “Albertine Where Are you?” è il suo ultimo corto, girato in pellicola 16 mm, che sta sviluppando come lungometraggio d’esordio. Guidone è, dal 2010, è direttrice artistica della GuidOne Apulia Factory, laboratorio di artisti che lavorano sull’immaginario legato alla Regione Puglia. Alcuni critici cinematografici hanno visto in Albertine la trasposizione letteraria di Alfred Agostinelli, l’autista di Proust, un giovane italiano di cui l’autore fu a lungo perdutamente innamorato.

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