Nel trentesimo anniversario della morte di don Tonino Bello, a Molfetta si terrà un concerto per invocare la fine delle ostilità tra Russia e Ucraina e tra Israele e Hamas.
Protagonista sarà Al Bano che si esibirà il 20 dicembre nella cattedrale del Comune in provincia di Bari che, per anni, è stata “casa” del vescovo organizzatore di iniziative di pace clamorose e controverse in qualità di presidente di Pax Christi.
Tra queste sono rimaste famose le prese di posizione contro l’espansione delle basi militari in Puglia, contro l’intervento nella Guerra del Golfo del 1991 e, soprattutto, una marcia in cui, già malato e quattro mesi prima della morte, guidò centinaia di pacifisti nel dicembre del 1992 fin dentro a Sarajevo, bombardata dalle forze serbe.
Come allora, nemmeno oggi è facile la ricerca della pace. «Ma – commenta Al Bano – c’è sempre un’arma importante che Dio ci ha dato, il cervello, che può produrre le armi, è vero, ma può anche portare al dialogo».
Da Tbilisi, dove si trova per un concerto, il cantante di Cellino San Marco ribadisce che «il mondo intero dovrebbe svegliarsi e cantare per la pace, la guerra è un’assurdità inaccettabile, specie oggi che abbiamo sotto gli occhi in ogni momento i suoi effetti».
Dopo la tappa nella capitale georgiana Al Bano è atteso per altri spettacoli a Zagabria, Varsavia, Riga e Ulan Bator. Anche in Russia e Ucraina la sua popolarità è enorme. «Putin lo conosco – dice – per lui ho cantato cinque volte. Ma fino a quando questa guerra non sarà finita non rimetterò piede a Mosca».
Il suo sogno è poter tenere un concerto sulla Piazza Rossa e uno a Kiev quando tornerà la pace. «Non vedo l’ora», dice, sicuro che quel giorno arriverà, perché «grazie a Dio tutto inizia e tutto finisce».
Il concerto di Molfetta è organizzato dalla fondazione “L’isola che non c’è” con il sostegno del vescovo della città pugliese, Domenico Cornacchia.
L’iniziativa segue due missioni di pace compiute a Kiev e a Mosca da una delegazione de “L’isola che non c’è” guidata dall’arcivescovo emerito di Taranto, monsignor Filippo Santoro.
La speranza degli organizzatori è di potere ospitare gli ambasciatori italiani in Ucraina e in Russia oltre che quelli israeliano e palestinese in Italia. A loro verrà consegnato un medaglione realizzato dall’artista Cosimo Giuliano che reca i nomi di Gerusalemme, Gaza, Kiev e Mosca e i ritratti di Papa Francesco e don Tonino Bello.