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A “Casa Sanremo” la presentazione del libro di Alessia Nobile

Cosa è davvero l’invisibilità? Un dono o una condanna? Una qualità, come un certo filone narrativo o cinematografico ci ha fatto spesso credere, o piuttosto una croce da portarsi addosso per tutta la vita? La tematica è ampia e si presta a più di una riflessione. Di certo può, però, essere mutuata e traslata in…

Cosa è davvero l’invisibilità? Un dono o una condanna? Una qualità, come un certo filone narrativo o cinematografico ci ha fatto spesso credere, o piuttosto una croce da portarsi addosso per tutta la vita? La tematica è ampia e si presta a più di una riflessione. Di certo può, però, essere mutuata e traslata in chiave sociale, come ha cercato di fare Alessia Nobile, pseudonimo di Alessia Vessia, nel suo romanzo d’esordio, dal titolo“La bambina invisibile“, edito da Castelvecchi. Un libro che sarà presentato in anteprima stasera a “Casa Sanremo” all’interno della “vetrina writers” (e che da domani sarà disponibile nelle varie librerie italiane) e che per il suo tema di forte attualità, dalla chiara evidenza autobiografica (tant’è che la donna rappresentata in copertina è la stessa autrice), merita una attenta disamina.

Alessia, cosa ha significato per lei essere stata invisibile agli occhi degli altri?
«La mia anima era invisibile da bambina. Adesso devo proteggermi dall’inganno di una società che è solo apparentemente cambiata, ma che purtroppo è ancora fondamentalmente radicata alle idee bigotte e stereotipate d’un tempo. Qualcosa tuttavia, per fortuna sta lentamente cambiando. Il mio augurio è che le ragazze transgender oggi possano non incontrare mai il rifiuto e il rimbalzo sociale, perché fa davvero tanto male».
Lei si definisce una “free activist.” Questo libro vuole essere una porta verso una maggiore libertà?
« Mi reputo una “free activist“, perché supporto i diritti e l’uguaglianza in forma libera, senza vincoli a gruppi specifici. Ogni giorno faccio del mio meglio affinché l’uguaglianza possa dominare la società in modo universale. Nel mio libro, grido alla libertà di poter essere se stessi, come necessità e diritto. Ed è questo il messaggio che voglio portare dalla città dei fiori, affinché si possa arginare il pregiudizio ovunque nei confronti delle donne transgender».
Quante bambine e bambini invisibili ci sono ancora oggi e perché secondo lei la società si rifiuta di vederli?
«Ci sono ancora tante anime invisibili agli occhi dei propri genitori e della società. Molti pensano che non si dovrebbe cambiare il proprio involucro, perché è un’azione controcorrente. Invece no: solo chi nasce in un corpo sbagliato sa quanto dolore c’è nell’anima incompresa e quanto sia necessario riprendersi il proprio involucro. Quello negato da madre natura».
Una natura che, come dalle reminiscenze di leopardiana memoria, può essere anche matrigna per tutti noi e che Alessia Nobile nella sua vita ha trovato il coraggio di fronteggiare e combattere. Alla ricerca di quella felicità che tutti meritano e che, pur nel rispetto di ogni legittima e civile opinione contraria, deve essere sempre scevra da facili commenti e sterili pregiudizi. Perché, come diceva William Shakespeare, “l’amore non guarda con gli occhi, ma con l’anima”.

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