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Voto di scambio, l’ex consigliera Ferri dal carcere ai domiciliari: indagini chiuse, non può inquinare le prove

La ex consigliera comunale di Bari, Francesca Ferri, arrestata ad ottobre scorso nell’ambito della maxinchiesta sul voto di scambio politico-mafioso, dopo due mesi e mezzo in carcere, ha ottenuto gli arresti domiciliari. La decisione di attenuare la misura cautelare per Francesca Ferri è arrivata a seguito della chiusura delle indagini preliminari, notificata a lei e…

La ex consigliera comunale di Bari, Francesca Ferri, arrestata ad ottobre scorso nell’ambito della maxinchiesta sul voto di scambio politico-mafioso, dopo due mesi e mezzo in carcere, ha ottenuto gli arresti domiciliari. La decisione di attenuare la misura cautelare per Francesca Ferri è arrivata a seguito della chiusura delle indagini preliminari, notificata a lei e ad altre 46 persone, tra le quali il suo compagno Filippo Dentamaro, tuttora detenuto in carcere, e l’imprenditore ex consigliere comunale e regionale e attuale presidente del Foggia calcio) Nicola Canonico.

La vicenda è quella relativa alla presunta manipolazione a scopi politico-elettorali di due tornate, entrambe svoltesi nel 2019: a maggio, per il consiglio comunale di Bari, e a novembre a Valenzano, dove la coppia avrebbe contato sull’influenza di Salvatore Buscemi, capoclan della zona e capace di procacciare centinaia di voti. Buscemi avrebbe ottenuto in cambio la promessa di vantaggi vari, tra i quali la modifica del piano regolatore comunale per rendere edificabili terreni di sua proprietà. Tra Buscemi e Dentamaro, emerge dalle indagini, ci sarebbe stato un “lungo rapporto di prestito a usura”, che in qualche modo avrebbe tenuto l’imprenditore sotto ricatto. Per le elezioni di Bari, garante sarebbe stato Canonico, che avrebbe ospitato a casa sua gli incontri in cui pianificare le strategie con la quale assicurare l’elezione, di Francesca Ferri (eletta con la lista civica “Sport Bari” a sostegno del candidato di centrodestra e poi passata nella maggioranza).

Con la complicità di Filippo Dentamaro, avrebbero organizzato il reclutamento di elettori per la successiva acquisizione dei rispettivi voti, pagati dai 25 ai 50 euro. Nell’inchiesta sono indagate altre persone per reati vari, dallo spaccio al riciclaggio. Tra questi due per i quali è stata stralciata la posizione, in vista di una probabile archiviazione.

Ferri e Dentamaro rispondono anche dell’accusa di maltrattamenti nei confronti di un bambino bielorusso che per alcune settimane ha vissuto con loro e con il figlio di Francesca Ferri. Il minore, arrivato per un periodo di vacanza salutare, convinto di essere accolto in famiglia, come hanno documentato le indagini della Squadra Mobile della Questura di Bari, avrebbe invece subito angherie di vario tipo, sarebbe stato picchiato, minacciato e vessato psicologicamente, fino a quando non è stato “salvato” dagli stessi agenti.

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