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Voto di scambio, la regia di Canonico: un modus operandi «ben preciso»

Era un modus operandi chiaro e «ben preciso» quello usato dal trio Ferri-Dentamaro-Canonico per acquistare i pacchetti di voti che avrebbero poi condizionato le elezioni dei comuni di Bari e Valenzano, a maggio e a novembre del 2019. Secondo i pm, all’apice di tutta l’organizzazione criminale ci sarebbe stato Nicola Canonico, noto imprenditore edile e…

Era un modus operandi chiaro e «ben preciso» quello usato dal trio Ferri-Dentamaro-Canonico per acquistare i pacchetti di voti che avrebbero poi condizionato le elezioni dei comuni di Bari e Valenzano, a maggio e a novembre del 2019. Secondo i pm, all’apice di tutta l’organizzazione criminale ci sarebbe stato Nicola Canonico, noto imprenditore edile e presidente del Foggia Calcio, già consigliere regionale pugliese dal 2005 al 2015, considerato il «primus super pares» dell’associazione. Leggendo tra le carte dell’ordinanza emessa dal gip Rossana de Cristofaro, Canonico, ora ai domiciliari, avrebbe svolto «un’attività nelle retrovie, quasi di concetto, un’attività più strategica che operativa, finalizzata alla individuazione dei collaboratori che Dentamaro (Filippo) e Ferri (Francesca) hanno successivamente agganciato». In poche parole l’ex vice presidente di Acquedotto Pugliese sarebbe stato il «mediatore, garante, regista e coordinatore» dell’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla compravendita di voti.

Dalle indagini (che hanno portato all’arresto di 19 persone) è emerso il ruolo di primo piano di Canonico, definito, assieme all’ex consigliera comunale di Bari e Valenzano Francesca Ferri e al compagno di lei Filippo Dentamaro, i «promotori di un vero e proprio sodalizio criminoso». Il peso dell’imprenditore edile è emerso anche in diverse conversazioni (intercettate dagli inquirenti) sia tra gli altri componenti della banda che con alcuni «portatori di voto», soprattutto per risolvere problematiche legate prevalentemente – ma non esclusivamente – a questioni economiche: sarebbe possibile, infatti, ricondurre ogni singolo accordo con questi collaboratori direttamente al Canonico, anche quando non sarebbe stato lui stesso l’autore della designazione.

Tornando al modus operandi del gruppo, questo sarebbe diviso in sei fasi: l’individuazione del collaboratore/portatore di voti (sulla scorta di conoscenze personali della coppia o previa presentazione da parte dello stesso Canonico), la predisposizione da parte del collaboratore di una lista di elettori prescelti per l’operazione, la consegna della lista e dei relativi allegati direttamente nelle mani di Dentamaro e Ferri, il controllo sulla lista, il pagamento di un acconto e, per finire, l’eventuale pagamento a saldo. Grande rilevanza avrebbe avuto, nella prima e nell’ultima fase, il ruolo di Canonico che, oltre a coordinare tutto, si sarebbe fatto garante e avrebbe trattenuto materialmente le somme di denaro.

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