Esce dall’inchiesta su presunte irregolarità nell’assegnazione delle case popolari in cambio di voti a Lecce il senatore Roberto Marti, coordinatore regionale della Lega Puglia. La posizione di Marti, candidato alle prossime politiche, è stata archiviata dal gip di Lecce Alessandra Sermarini su richiesta della Procura.
A quanto viene riferito da fonti della difesa, alla base dell’archiviazione ci sarebbe l’impossibilità della pubblica accusa di portare avanti l’indagine a causa della mancata autorizzazione della Camera ad utilizzare le intercettazioni a carico di Marti, che è stato anche un deputato. Questi era indagato per tentato abuso d’ufficio, falso ideologico aggravato e tentato peculato.
La vicenda nel settembre 2018 portò all’esecuzione da parte della Gdf di sette arresti e alla notifica di numerose informazioni di garanzia. La posizione di Marti fu stralciata da quella degli altri 47 indagati perché la Procura chiese al gip di avviare le procedure per ottenere dalla Camera l’autorizzazione ad utilizzare tre conversazioni telefoniche e sette sms inerenti una casa confiscata alla criminalità organizzata, che il politico salentino nel 2015, quando era assessore comunale alla Casa, avrebbe tentato di fare assegnare, in concorso con altri, ad Antonio Briganti, fratello del boss della Sacra Corona Unita, Maurizio.