Davanti al gip Nicola Bonante, per l’interrogatorio di garanzia, Piero Canonico e Fabio Domenico Chiarelli si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
I due, entrambi 26enne, sono stati arrestati martedì scorso (il primo in carcere, il secondo ai domiciliari) nell’ambito delle indagini sulla morte del 29enne di Mola di Bari, Vito Caputo, ucciso a Capurso il 16 marzo scorso.
Canonico (assistito dagli avvocati Massimo Chiusolo e Loredana Manginelli) e Chiarelli (assistito dal legale Fabio Schino) hanno confermato le dichiarazioni già rese ai pm pochi giorni dopo il fatto e hanno ritenuto di non dover aggiungere altro.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Caputo sarebbe stato ucciso da Canonico con dodici coltellate. Chiarelli, che avrebbe dato il via all’inseguimento automobilistico (partito nel vicino comune di Cellamare) e alla rissa successiva, sarebbe stato ferito gravemente, sempre da Canonico, con nove fendenti.
Canonico è accusato di omicidio volontario e tentato omicidio, Chiarelli di rissa aggravata e violenza privata. Indagato per rissa, ma non sottoposto a misure cautelari, anche il padre di Canonico.
L’inseguimento, la morte di Caputo e il ferimento di Chiarelli, «costituiscono l’amaro epilogo di una situazione conflittuale tesa e mal gestita» da parte di Canonico e Chiarelli, scrive il gip nell’ordinanza, «nella quale si sono trovati coinvolti il padre di Piero, Renato» e Caputo, «malauguratamente deceduto pur non essendo in prima persona interessato alla balorda querelle tra i due ‘rivali in amore». Chiarelli, infatti, è il nuovo compagno della ex moglie di Canonico.
L’avvocato Chiusolo, difensore dello stesso Canonico, ha affermato di stare «valutando se proporre un ricorso al tribunale del Riesame o se avanzare una richiesta di incidente probatorio su alcuni profili».