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Usura ed estorsioni ad Andria, via al processo al clan Pesce: il Comune è parte civile

Ieri mattina celebrata la prima udienza a Trani del processo già avviato a Bari, legato al clan Pesce. Quasi un anno fa gli arresti, con le accuse, a vario titolo, di tentata estorsione e usura, aggravati dal metodo mafioso, e per detenzione illegale e porto in luogo pubblico di pistola. Quattro dei sei imputati sono…

Ieri mattina celebrata la prima udienza a Trani del processo già avviato a Bari, legato al clan Pesce. Quasi un anno fa gli arresti, con le accuse, a vario titolo, di tentata estorsione e usura, aggravati dal metodo mafioso, e per detenzione illegale e porto in luogo pubblico di pistola.

Quattro dei sei imputati sono giudicati con rito immediato: si tratta di Gianluca e Oscar Davide Pesce (assistiti dagli avvocati Michele Pierno e Nicola Lambo), Michela Altomare Caldarola (difesa da Michele Inchingolo e Pierpaolo Matera) e Nicolas Nicolamarino (il cui legale è Vincenzo Desiderio). I primi due sono attualmente reclusi.

L’udienza

All’udienza di ieri (era presente anche il Comune di Andria con l’avvocato Giuseppe De Candia, e il sindaco, Giovanna Bruno, si è aperto il dibattimento con l’ammissione dei mezzi di prova. Le difese hanno richiesto per gli imputati il rito abbreviato condizionato all’ascolto di testi (già non accolto dal gip di Bari). Istanza che ha subìto la stessa sorte a Trani: «Il giudice dispone il giudizio abbreviato se, tenuto conto degli atti già acquisiti e utilizzabili, l’integrazione probatoria richiesta risulta necessaria ai fini della decisione e il giudizio abbreviato realizza comunque un’economia processuale in relazione all’istruzione dibattimentale – ha letto il presidente del collegio Luca Buonvino, dopo nove minuti di Camera di Consiglio – Ritenuto che, nel caso in esame, tutte le richieste non soddisfano tali requisiti normativi e alla luce del corposo materiale già in possesso del tribunale, frutto dell’attività inquirente, sono state rigettate tutte le richieste di rito abbreviato subordinato all’ascolto di alcuni testi».

La pubblica accusa, rappresentata dalla dottoressa Daniela Chimienti, ha chiesto e ottenuto sino alla definizione del processo la sospensione dei termini delle misure cautelari, in ragione anche della complessità del dibattimento e della copiosità dei testi che dovranno essere ascoltati. La prossima udienza sarà il 25 settembre con la nomina del perito che dovrà effettuare la trascrizione delle intercettazioni telefoniche.

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