Avrebbero approfittato dell’omonima con l’ex assessore regionale allo Sviluppo economico, Cosimo Borraccino, per promettere un posto di lavoro in cambio di denaro: tre persone sono finite sotto inchiesta a Taranto per traffico di influenze.
Si tratta di Guerino Borraccino, 44 anni, di Pulsano, e di un uomo e una donna della provincia di Brindisi, fratello e sorella, rispettivamente di 43 e 50 anni.
Guerino Borraccino, utilizzando il nome Cosimo Borraccino, suo lontano parente, e attualmente consigliere delegato del presidente della Regione, Michele Emiliano, avrebbe avuto soldi e altri regali (bottiglie di vino) dai due fratelli, assicurando loro che tramite il parente politico l’uomo avrebbe avuto un posto di lavoro. Ma l’ex assessore non ne sapeva assolutamente nulla, né era stato coinvolto o informato del caso.
La richiesta economica di Guerino Borraccino era di circa 3mila euro e doveva servire al 43enne del Brindisino per ottenere il porto d’armi ed essere assunto in istituto di vigilanza. In precedenza l’uomo aveva ottenuto un piccolo lavoro a tempo determinato in un’azienda locale.
Proprio la promessa dell’assunzione come vigilantes, è stata la vicenda che ha fatto scoprire il tutto all’ex assessore regionale pugliese Borraccino, passato al Pd da alcuni mesi.
Il 43enne, infatti, sarebbe dovuto andare in un poligono di tiro per le prove finalizzate al rilascio del porto d’armi ma qui l’uomo, a settembre scorso, ha scoperto che era tutto un raggiro e che il suo “benefattore” gli aveva anche fatto avere un certificato medico falso.
La vittima, a questo punto, ha preteso la restituzione del denaro versato per il posto di lavoro, soldi che Guerino Borraccino ha restituito parzialmente, ed ha soprattutto contattato il politico Mino Borraccino. Il quale, ascoltati i messaggi whatsapp inviati alla vittima, si è reso conto di quanto era stato organizzato utilizzando, a sua insaputa, il suo nome e il suo ruolo in Regione Puglia. A Guerino Borraccino, all’uomo e alla sorella di quest’ultimo è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini. L’inchiesta è coordinata dal pm Maria Grazia Anastasia.