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Una vergogna nel cuore di Bari: strada San Giorgio muore tra rifiuti e criminalità

Via San Giorgio martire a Bari è conosciuta dai più come la strada che porta al teatro Kismet. Per tanti che invece la percorrono tutti i giorni per recarsi sui propri posti di lavoro invece diventa una discarica a cielo aperto. Una situazione che viene denunciata da anni al Comune e all’Amiu ma per cui…

Via San Giorgio martire a Bari è conosciuta dai più come la strada che porta al teatro Kismet. Per tanti che invece la percorrono tutti i giorni per recarsi sui propri posti di lavoro invece diventa una discarica a cielo aperto. Una situazione che viene denunciata da anni al Comune e all’Amiu ma per cui nessuno ha mai fatto veramente qualcosa. La zona è inoltre parecchio frequentata e viene utilizzata come “scorciatoia” per raggiungere il centro di Bari da Modugno. Sono presenti anche diversi capannoni.

Fabrizio Milone, uno dei responsabili dell’associazione Retake Bari, attraversa spesso via San Giorgio e ha ben presente il degrado che la interessa. La sua ultima denuncia è stata affidata ad un breve video sulla pagina Facebook dell’associazione dove Milone ha ripreso i vari rifiuti che sono stati lasciati da ignoti lungo tutta via San Giorgio. Percorrendo la strada di campagna, tra il centro commerciale di Santa Caterina e la zona industriale della città, ci si può imbattere facilmente in ogni genere di ingombri. Dai sacchi neri della spazzatura agli scarti dei cantieri edili. Nei tratti meno frequentati si trovano anche dei vecchi materassi e diversi elettrodomestici (frigoriferi e lavatrici) abbandonati sul ciglio della strada. «Il problema è che ci troviamo in una zona di confine tra Bari e Modugno – spiega Milone – anche se la competenza è del Comune di Bari. La polizia locale qui però non interviene mai. Noi l’abbiamo ribattezzata “il bancomat” del Comune perché potrebbe essere un luogo da decine di migliaia di euro se ci si decidesse a mettere delle foto trappole per individuare chi viene qui a scaricare i propri rifiuti».

Ogni quattro o cinque mesi, invece, l’Amiu è costretta a recarsi sul posto con dispendio di mezzi e uomini per effettuare degli interventi di pulizia straordinaria per portare via scarti edili, materiali inerti e frigoriferi. «Ho visto con i miei occhi i bulldozer di Amiu che portavano via per giorni i rifiuti ingombranti – racconta ancora Fabrizio Milone – per non investire in 500 euro di fototrappole se ne spendono circa 5mila ogni tre mesi. Non si capisce se è una zona di cuscinetto e di tolleranza». Ma il problema assume una dimensione ancora più preoccupante se si pensa che tutti i rifiuti che finiscono oltre il manto stradale, nelle campagne circostanti, alimentano i roghi che ogni anno interessano la zona. «Ogni anno per via di questo fenomeno noi cittadini ci becchiamo le esalazioni tossiche di frigoriferi, materassi e copertoni che bruciano incontrollati. Sono quasi 15 anni che fa avanti così e nessuno dall’amministrazione si prende la responsabilità».

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