Sarà una perizia a stabilire se le condizioni di salute di Michele Aportone sono compatibili con il carcere e se sono talmente gravi, così come sostiene la difesa, da inficiare la sua capacità di stare in giudizio.
Lo ha disposto la Corte d’assise di Lecce nel processo a carico di Aportone, il 71enne di San Donaci accusato di aver ucciso a fucilate il carabiniere in pensione Silvano Nestola la sera del 3 maggio 2021 a Copertino davanti al figlio col quale l’ex militare si era recato a cena a casa della sorella.
Aportone è il padre della donna con cui l’ex militare, dopo la separazione dalla moglie, aveva avviato una relazione osteggiata dai genitori di lei, motivo per il quale il 71enne avrebbe ucciso Nestola. È accusato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili e detenzione illegale di arma da fuoco.
Le due perizie saranno svolte dal medico legale Alberto Tortorella. Il primo responso, sull’eventuale incompatibilità dell’imputato col regime carcerario, si conoscerà a fine mese. Se vi sarà incompatibilità i giudici disporranno gli arresti domiciliari ai quali la Procura ha dato già parere favorevole. Il processo riprenderà il prossimo 20 dicembre.