Truffa e violenze nel Cpr di Palazzo San Gervasio: indaga la procura. Coinvolti agenti e medici

Un ispettore di polizia agli arresti domiciliari, e quattro misure di interdizione emesse dal gip di Potenza nei confronti di altrettante persone, nell’ambito di una maxinchiesta sulla gestione del Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Palazzo San Gervasio.

Ai domiciliari l’ispettore Rosario Olivieri, con l’accusa di violenza privata pluriaggravata, falso ideologico, calunnia e truffa aggravata ai danni dello Stato.

Divieti per un anno di esercitare imprese o uffici direttivi di persone giuridiche e imprese operanti nei rapporti diretti o indiretti con la pubblica amministrazione, con l’accusa di inadempimento e frode nelle pubiche forniture: la rappresentante legale della Engel Italia srl, al tempo delle indagini ente gestore del Centro di permanenza, Paola Cianciulli, e il direttore responsabile Alessandro Forlenza. Quest’ultimo è indagato anche per maltrattamenti nei confronti degli extracomunitari ospiti.

Nei confronti dei medico di base, Donato Nozza, è stato poi eseguita la misura interdittiva del divieto di per un anno di esercitare la professione di medico nei Centri di permanenza per il rimpatrio. Il professionista è accusato di maltrattamenti, falso ideologico e violenza privata pluriaggravata.

Le misure sono state eseguite su delega della Procura da agenti della Squadra Mobile della Questura di Potenza e dai colleghi della sezione di polizia giudiziaria della Polizia locale.

Contestualmente sono anche state eseguite perquisizioni nei confronti di altre persone, indagate in un filone parallelo. Si tratta di avvocati e appartenenti alla Polizia di Stato, accusati di falso e induzione indebita concussione, per le nomine dei difensori di fiducia da parte dei trattenuti nel Cpr.

Il provvedimento arriva l’indomani della pubblicazione sul Corriere della Sera di un’inchiesta sulla gestione del Cpr di Palazzo San Gervasio, accostandola a quella della Procura milanese sul Cpr di via Corelli.

Dell’episodio della costrizione ad un migrante riluttante ad assumere lo psicofarmaco si occupò circa un anno fa “Striscia la notizia”: la trasmissione mostrò un video – non si sa realizzato da chi ed uscito dal Cpr in modo non chiaro – in cui un agente, che non era solo nella stanza, faceva pressioni sul migrante affinché assumesse il farmaco.

L’agente – secondo quanto riporta il quotidiano – si giustificò raccontando che l’uomo aveva aggredito un’infermiera e cercato di ferire un agente con un coltello. La Procura, però, starebbe valutando la veridicità della relazione di servizio e la posizione dell’agente, perché vi è il sospetto che abbia cercato di influire sulla deposizione dell’infermiera.

In totale, nell’inchiesta sono indagate una decina di persone: i gestori del centro, che si aggiudicarono l’appalto per circa tre milioni di euro, alcuni medici e alcuni agenti delle forze dell’ordine.

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