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Truffa con i fondi europei per la pesca: chiesto il processo per sei imprenditori a Trani

La Procura di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio di sei imprenditori del nord barese, ritenuti responsabili a vario titolo di una truffa ai danni della Regione Puglia per un totale di un milione e mezzo di euro, e relativa all’indebita percezione di fondi europei destinati alla trasformazione e commercializzazione di prodotti ittici. Il…

La Procura di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio di sei imprenditori del nord barese, ritenuti responsabili a vario titolo di una truffa ai danni della Regione Puglia per un totale di un milione e mezzo di euro, e relativa all’indebita percezione di fondi europei destinati alla trasformazione e commercializzazione di prodotti ittici.

Il 22 dicembre prossimo compariranno dinanzi al gip di Trani Nicola Di Perna, rappresentante legale della omonima società (assistito dall’avvocato Vincenzo Operamolla), e i soci delle altre due aziende coinvolte nella presunta truffa: Angelo Giangrande (assistito dall’avvocato Antonio La Scala), Ciro Martire (difeso dall’avvocata Morena Martire), Giuseppe Detto (avvocato Antonio La Scala), Nicola Paradiso (assistito dagli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta) e Nicola Andrea Patella (difeso dall’avvocato Savino Gennaro).

Secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla pm di Trani Roberta Moramarco, le società “Bimar” di Bisceglie e “Torelli” di Trani, entrambe specializzate nel settore della depurazione, trattamento e commercializzazione di prodotti ittici nel Nord Barese, avrebbero truffato la Regione ottenendo il finanziamento di progetti tramite fatture false, emesse secondo dalle “Officine Di Perna”, per lavori e impianti mai realizzati.

Le due società, secondo l’accusa, avrebbero partecipato nel periodo compreso tra il 2013 e il 2016 a due bandi della Regione (riguardanti l’erogazione di fondi europei per la pesca FEP 2007-2013 Misura 2.3 per “trasformazione e commercializzazione di prodotti ittici”) ottenendo i finanziamenti per l’assunzione di dipendenti e per la costruzione di coperture in lamiere, carroponti e cestelli, documentata da preventivi di spesa e fatture ritenuti falsi. I due bandi, come ricostruito dalla Procura, sarebbero stati di 721 mila e di 795 mila euro.

Parte offesa nel procedimento è la Regione Puglia che si costituirà ufficialmente nelle prossime udienze.

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