Trichinella, cresce l’allarme nel Foggiano: nuove segnalazioni alla Asl. Controlli in ristoranti e agriturismi

L’allarme trichinellosi resta e la situazione va attentamente monitorata. Il rischio che il numero di casi possa aumentare, al momento non si può escludere. I casi ufficialmente accertati, sono 5 ma, per altri 5 mancherebbe solo l’ufficialità, mentre altre due persone sono sotto stretta osservazione. Riguardano due nuclei familiari di San Manrco in Lamis.

Al servizio veterinario di igiene degli alimenti di origine animale dell’Asl di Foggia, continuano ad arrivare segnalazioni dalla cittadina garganica di gente che accuserebbe sintomi associabili ad una infestazione da Trichinella ma, in questi casi, la suggestione gioca un ruolo importante. Ma ad essere monitorato è tutto il territorio della Capitana, a cominciare dalle macellerie del territorio anche se, le due famiglie avrebbero consumato carne suina di selvaggina non sottoposta ad alcun controllo previsto per legge. Il condizionale, in questi casi, è d’obbligo.

Ispettori della Asl e carabinieri stanno passando al setaccio anche ristoranti e, soprattutto agriturismi. In particolare, in questi ultimi locali, l’allevamento e la macellazione di animali da reddito, senza rispettare il previsto protocollo, non è un’ipotesi così remota. Così come l’acquisto di animali (in particolare cinghiali), da cacciatori dell’ultima ora, non è una prassi sconosciuta. Ed è proprio in ambiente silvestre (boschi e foreste) che il micidiale verme cilindrico trova il suo habitat naturale. Si calcola che la quasi totalità degli animali che lo popolano è infestato da Trichinella spiralis (il genere più diffuso). È sufficiente che un topo parassitato da quel verme cilindrico, si intrufoli in un allevamento non industriale, muoia in una mangiatoia e venga accidentalmente ingerito da un suino o un equino, perché l’animale venga infettato. Dal momento che il contagio può avvenire esclusivamente mangiando carne infestata dal parassita, ecco come la catena può raggiungere anche l’uomo. Per fortuna bastano poche regole elementari da seguire per scongiurare il rischio di essere contagiati: evitare di consumare carne cruda o poco cotta. La Trichinella solitamente muore a temperature superiori ai 70° (non meno di 5 minuti di cottura) e dopo surgelamento ad almeno -15° a cui la carne deve essere sottoposta per settimane. Nessuna garanzia, invece, dopo trattamento in microonde o dopo processo di affumicamento.

Questi Nematodi, vermi cilindrici appartenenti al genere Trichinella, inizialmente si localizzano a livello intestinale per poi dare origine a una nuova generazione di larve che migrano nei muscoli striati, dove poi si incistano e diventano ancora più difficili da debellare. Il vero nemico, dunque, non è il verme adulto (espulso con le feci) ma quello appena nato che può vivere anche anni nei muscoli umani come parassita intracellulare. Si passa da casi asintomatici a casi molto gravi, per fortuna molto rari. Le larve, nella loro migrazione attraverso il sangue o il circolo linfatico, possono provocare infiammazioni severe a carico di cuore, polmoni o tessuto neurologico.

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