Prima lo scooter, poi il garage, questa volta il furgone. Tre incendi in poco meno di due mesi hanno arrecato danni una coppia di conviventi: lei 53enne di origini moldave, lui 74enne del posto e proprietario di una rimessa di rifiuti ingombranti.
Mercoledì sera le fiamme hanno interessato un autocarro Fiat Iveco, distruggendo la parte anteriore del veicolo commerciale, rendendolo, di fatto, inutilizzabile. L’episodio si è registrato in via de Pascalis, praticamente la parallela di via Aquila, dove si verificarono i primi due incendi.
Dopo l’allarme lanciato alla centrale operativa del 115, sul posto si sono recati i vigili del fuoco del locale distaccamento che hanno spento le fiamme e messo in sicurezza la zona. Sul luogo dell’accaduto anche i carabinieri dell’aliquota radiomobile della compagnia gallipolina. La zona risulterebbe sprovvista di telecamere e questo renderebbe difficoltoso il lavoro degli inquirenti. Da un primo sopralluogo effettuato dai caschi rossi, non sarebbero state rilevate tracce utili da far accertare la matrice dolosa dell’incendio, tipo la presenza o il forte odore di liquido infiammabile, o anche l’abbandono del contenitore utilizzato per il trasporto della benzina. Nulla di tutto ciò è stato rinvenuto. Ma gli inquirenti nutrono il forte sospetto che possa trattarsi di un atto doloso, in virtù del fatto che si tratta del terzo episodio in poco tempo.
Il furgone, infatti, è risultato intestato alla stessa donna che lo scorso 6 dicembre si è vista distruggere dal fuoco il proprio scooter, parcheggiato in via Aquila, una traversa di via XX settembre. Una strada chiusa e che al termine ospita i locali del garage di proprietà del compagno. Era il 13 dicembre scorso, pochi giorni dopo l’incendio dello scooter, quando in pieno pomeriggio le lingue di fuoco interessarono il box grande circa 100 metri quadrati e che conteneva numerosi elettrodomestici e stufe. Una volta spento l’incendio, i vigili del fuoco dichiarato inagibile la struttura. Nessun elemento utile ad accertare la matrice dolosa venne trovato nel locale o nelle vicinanze, ma a far insospettire gli inquirenti che dietro il rogo vi fosse la matrice dolosa fu l’assenza di energia elettrica e quindi l’esclusione di un cortocircuito.
Lo scooter in fiamme sembrò, in un primo momento, un fatto episodico e non di particolare rilievo. I dubbi iniziarono a sopraggiungere qualche giorno dopo, a seguito dell’incendio nel deposito che provocò una notevole vastità dei danni. E ora, a distanza di un mese e mezzo, il terzo rogo. Il furgone interessato dalle fiamme era parcheggiato a poche centinaia di metri dal luogo dei primi due episodi.