Travolto da un’auto mentre taglia l’erba sul ciglio della provinciale 231: muore un operaio di 23 anni

È stato investito da un’auto mentre era al lavoro sulla strada provinciale 231, all’altezza di Terlizzi. È morto così Gabriel Aurelian Petrescu, un operaio di 23 anni di origini rumene residente Corato.

Stando a quanto si apprende, una 45enne di Andria, alla guida di una Dacia che viaggiava in direzione Bari, non si sarebbe accorto della presenza dell’uomo che pare fosse impegnato nel taglio dell’erba dal bordo strada. L’automobilista si è fermata per soccorrere il giovane. La 45enne è ora indagata per omicidio stradale.

Sul posto sono intervenuti soccorritori del 118 che non hanno potuto che constatare il decesso del giovane e, per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente e procedere alle indagini, i carabinieri del comando di Molfetta e il personale dello Spesal della Asl di Bari.

La procura di Trani ha disposto l’autopsia sul corpo del 23enne.

«Un’altra vita spezzata, la quarta in appena due settimane», commenta il commissario straordinario della Uil Puglia, Emanuele Ronzoni. «Continuiamo a contare le vittime sul lavoro, nell’assordante silenzio delle istituzioni che ancora oggi non hanno fatto nulla di concreto per garantire la massima sicurezza di lavoratrici e lavoratori nei luoghi di lavoro – aggiunge -. Ci troviamo a dover ripetere ancora una volta quelle che per noi sono richieste fondamentali e non più procrastinabili: più controlli e più ispettori, il rispetto delle norme in materia di sicurezza, l’estromissione dai bandi pubblici delle aziende che non rispettano gli standard di sicurezza e che non applicano i contratti nazionali sottoscritti dai sindacati più rappresentativi, l’istituzione di una procura speciale in materia e la riapertura della discussione sui lavori usuranti». Oggi, prosegue Ronzoni, «ci chiediamo se questa tragedia poteva essere evitata, se una maggiore attenzione alle norme sulla sicurezza avrebbe potuto scongiurare la morte di un ragazzo intento a lavorare».

Per il segretario generale della Cisl Bari, Giuseppe Boccuzzi, stamattina si è verificato «un altro “omicidio sociale”. La provincia di Bari – afferma -, con un mercato del lavoro fatta di tanta precarietà e di tante violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, necessita ora più che mai di un intervento straordinario delle Istituzioni preposte che devono mettere in campo rapide azioni di controlli serrati per stimolare le imprese del territorio alla più completa applicazione delle normative in materia di salute e sicurezza».

«Le istituzioni si facciano carico di quella che è una vera emergenza: nessuno deve morire di lavoro, di lavoro bisogna vivere», è il grido della segretaria della Cgil di Bari, Gigia Bucci. «Rilanciamo con forza la richiesta di incontro alla Prefetta di Bari: attiviamo un tavolo straordinario con tutti i soggetti interessati alla prevenzione e al controllo, insieme a parti sociali e datoriali, per capire come si può intervenire di più e meglio sul piano della informazione e formazione, dove siamo già impegnati come sindacati, e quello della repressione. Chiediamo interventi ante e non post, quando si è costretti ad aggiornare il numerario di vittime innocenti», conclude.

Per la coordinatrice della Uil di Bari, Stefania Verna, «serve un impegno collettivo che coinvolga le istituzioni e la politica, che al momento è silente sul tema. Non meno di una settimana fa, siamo stati ricevuti dalla Prefetta di Bari, la quale si è impegnata assieme a Cgil, Cisl e Uil a definire un accordo quadro di indirizzo per definire con le maggiori stazioni appaltanti un protocollo specifico per ogni singolo settore, con le relative linee di intervento, che riporti il tema della sicurezza sul lavoro e dei diritti dei lavoratori al centro dell’attenzione e dell’agenza politica. Siamo oggi a sollecitare questo percorso, questa strage non è più ammissibile e va fermata. lo Stato si attivi, come avrebbe reagito se tutte queste vittime fossero state di mafia?».

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