L’attesa probabilmente è stata fatale ad Antonio Picciolo, trentanovenne brindisino che, la notte tra il cinque e sei gennaio, si è recato all’ospedale Perrino di Brindisi dove, con un’emorragia cerebrale in corso, ha atteso tre ore prima di essere trasferito a Taranto.
L’uomo è morto ieri mattina, nel reparto di rianimazione del Santissima Annunziata di Taranto. Picciolo aveva accusato un malore mentre era in un locale di San Pietro Vernotico.
All’arrivo al Perrino in ambulanza, le sue condizioni sembravano stabili, era cosciente. L’emorragia è emersa dalla tac. All’ospedale di Brindisi, tuttavia, non è presente un medico radiologo interventista. Per questo si è reso necessario il trasferimento in un altro ospedale.
Dopo tre ore di attesa Picciolo è stato trasferito a Taranto, dove è giunto in coma. I medici tarantini si sono resi conto sin da subito che le sue condizioni erano gravissime.
Sul caso, mentre l’azienda sanitaria locale non ha ancora rilasciato alcuna nota, interviene il consigliere regionale Fabiano Amati. «Si muore a causa della mancanza della radiologia interventistica. Una vergogna. Sono anni che lamento in quasi solitudine l’assenza della radiologia interventistica al Perrino avvertendo che questa carenza genera morti».
Il deputato di Forza Italia Mauro D’Attis, invece, torna a denunciare «le gravissime carenze del Perrino. Depositerò un’altra interrogazione al ministro della Salute Schillaci per chiedere un’ispezione ministeriale urgente nell’ospedale dopo una morte evitabile».