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Trani, clochard si rifugia nel cantiere della villa comunale: al riparo dal freddo ma non dai bulli

Un tetto inutilizzato per mesi, all’interno della villa comunale di Trani, ha dato riparo a chi un tetto non ce l’ha da anni. E nonostante abbia trovato riparo dal freddo, il giaciglio ricavato in un gabbiotto di un cantiere non lo ha messo al riparo dalle intemperie sociali come le scorribande di giovinastri tra i…

Un tetto inutilizzato per mesi, all’interno della villa comunale di Trani, ha dato riparo a chi un tetto non ce l’ha da anni. E nonostante abbia trovato riparo dal freddo, il giaciglio ricavato in un gabbiotto di un cantiere non lo ha messo al riparo dalle intemperie sociali come le scorribande di giovinastri tra i viali della villa sul mare.

Corrado ha 65 anni, di cui una ventina passati in un’azienda di lavorazione del marmo. Da qualche anno la sua vita è per strada, a Trani ha vissuto in stazione, in piazza, sotto la Galleria, poi qualche comparsa a Bari, a Napoli da un parente e da qualche settimana è nuovamente nella sua città natale.

La sua situazione è nota ai servizi sociali e al Pronto Intervento Sociale ma a dargli un rifugio questa volta è stata la burocrazia e le lungaggini dei lavori previsti per la villa comunale. Da anni l’amministrazione ha programmato i lavori di ripascimento del litorale ai piedi dei giardini sul mare tranesi, per permettere ai cittadini e ai turisti di raggiungere la spiaggia sottostante accedendo direttamente dagli spazi del mini acquario.

I lavori però sono fermi, immobili, e con essi il cantiere attrezzato. C’è una fase di analisi dei fenomeni erosivi, del materiale lapideo più utile e durevole, c’è una fase di studio delle condizioni delle antiche mura ed è proprio in questo intermezzo che si insinua la storia di Corrado. Nel cantiere c’è un gabbiotto che sarebbe stato utilizzato per il deposito dei materiali e di alcune attrezzature ma data l’immobilità dello stato dei lavori, era vuoto.

Corrado trova la porta sfondata e vi si poggia con una coperta per qualche notte. Viene notato dagli operai della villa che si prodigano per trovargli un letto che posizionano lì dentro, lui intanto copre la porta come può, con una recinzione orsogril o con materiali di plastica. «Sto bene finché non mi disturbano, vengono spesso a darmi fastidio, sono quattro ragazzini» racconta.

Sotto al letto ha una decina di sassi, sono quelli che gli hanno tirato contro. Corrado per dormire in quel gabbiotto scavalca il cancello della villa dopo la chiusura, nonostante il suo fisico sia provato dagli anni vissuti in strada. In egual maniera si comportano i bulli che dopo le 21 entrano in villa e – sapendolo lì dentro – lo raggiungono per prenderlo di mira. «Una notte (intorno alle 22, ndr) ho temuto ci fosse il terremoto, stavo dormendo e il gabbiotto tremava prima piano poi molto più forte, un rumore infernale. Quando sono riuscito ad uscire li ho visti scappare, stavano cercando di ribaltarlo».

La sua paura però sono i social, internet, le notizie che vengono diffuse: «Se dovessero venire con della benzina? Sono ragazzini ma si comportano male vedendo quello che capita in giro. Se dovessero venire con della benzina cosa posso fare? È la mia unica paura». Mentre Trani attende che l’Arpa autorizzi i lavori in acqua e l’amministrazione doni alla città un altro punto panoramico, c’è un uomo solo ed in povertà che resta aggrappato a qualche scarna certezza. «Voglio solo ringraziare gli operai della villa, grazie a loro sto dormendo su un letto. Ora prendo un pezzo di focaccia e torno» dice. Nella speranza di passare una notte senza problemi.

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