I Carabinieri del comando provinciale di Trento, con la collaborazione dei reparti territorialmente competenti e dei corpi di polizia esteri, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 38 persone, 15 di nazionalità marocchina, 8 albanesi, 3 tunisine, una algerina, una kosovara e 10 italiane, residenti tra le province di Bari, Trento, Brescia, Vicenza, Mantova e Prato, oltre che in Belgio e Olanda.
Gli arrestati sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione finalizzata al traffico, anche internazionale, e spaccio di sostanze stupefacenti.
Sono state effettuate perquisizioni domiciliari che hanno consentito di recuperare e sequestrare, complessivamente, 1 chilo di cocaina, 160 grammi di hashish, 32mila euro in contanti e un orologio di lusso. L’indagine, avviata a maggio 2020 dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Trento, sotto la direzione della locale Procura Distrettuale, ha permesso di individuare e smantellare due distinte organizzazioni criminali dedite allo spaccio ed al traffico di droga.
Il primo sodalizio, composto prevalentemente da cittadini albanesi stabilitisi in Trentino riforniva di eroina, ma anche cocaina, hashish e marijuana numerosi pusher della zona. Nello specifico, l’eroina proveniva dal milanese e veniva redistribuita, in grosse quantità, a spacciatori tunisini operanti al dettaglio su Trento, invece la cocaina veniva acquistata da fornitori in Campania e trasportata a Trento, settimanalmente, sia a bordo di autovetture che per via ferroviaria.
Il secondo sodalizio, composto per lo più nord-africani, aveva invece sviluppato un vero e proprio traffico internazionale di cocaina che veniva importata dal Belgio e dall’Olanda per approvvigionare i le piazze dell’Alto Garda e del Basso Sarca. L’attività d’indagine, che si è estesa anche nelle province di Brescia e Vicenza, nel corso del suo sviluppo ha consentito di arrestare 11 persone in flagranza di reato e sequestrare 23 chilogrammi di cocaina, un chilogrammo di eroina e un chilo e mezzo di marijuana.
Gli investigatori dell’Arma hanno documentato le modalità di trasporto e occultamento dello stupefacente adottate dai corrieri, i quali, servendosi di autovetture di grossa cilindrata, nascondevano la droga all’interno di doppifondi telecomandati appositamente realizzati per eludere eventuali controlli da parte delle forze dell’ordine.