Il crescente interesse della società verso gli animali da affezione, o da compagnia, ha indotto il legislatore italiano, con la legge n. 189 del 2004, a introdurre nel Codice Penale uno specifico Titolo sui delitti contro il sentimento per gli animali, mentre in precedenza era previsto un solo articolo che puniva il maltrattamento con una contravvenzione.
Naturalmente, la ricerca diffusa di piccoli “compagni domestici”, siano essi cani, gatti o altro, ha innescato un giro di affari, diretto ed indotto, di dimensioni rilevanti ed in continua crescita.
Per far fronte ad una domanda ovunque in aumento, il mercato italiano si è in parte, ormai da anni, rivolto ai Paesi dell’ Est europeo per rifornirsi di cuccioli, soprattutto di cani. Si tenga presente che i prezzi di mercato, per questi animali, oscillano mediamente dai 500 ai 1000 euro, a seconda delle razze.
A volte prezzi inferiori possono nascondere difetti nei requisiti per la commercializzazione, con risparmio illecito nei costi: trasporto e detenzione in condizioni non rispettate di benessere, obblighi sanitari e vaccinali non assolti con irregolarità dei passaporti, ecc.
Inoltre, si è ormai diffusa la vendita “on line”, con tanti rivenditori improvvisati, che per lo più non rispettano le condizioni di benessere che possono essere garantite da un allevamento autorizzato.
Nel 2010, con legge n. 201, il nostro Paese ha dato esecuzione alla Convenzione europea di Strasburgo del 1987, sulla tutela degli animali da compagnia, con inasprimento delle pene già previste nel Codice, e l’ introduzione, all’ articolo 4, del delitto di “traffico illecito di animali da compagnia”.
Ai Reparti dei Carabinieri Forestali, giungono su tutto il territorio nazionale non poche segnalazioni di traffici illegali o denunce di persone che ritengono di aver subito una truffa.
Di recente il Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri Forestale di Brindisi ha effettuato sul territorio un sequestro di cuccioli, di provenienza non certificata, nell’ ambito di un’ operazione di contrasto di commercio illegale dalla provincia di Brindisi verso il Nord Italia. Altre situazioni sono all’ attenzione ed oggetto di indagine dei Reparti Forestali dell’ Arma nella terra messapica.
Come è evidente, la vicinanza del territorio ai Paesi dell’Europa Orientale rappresenta un’ esposizione dello stesso a traffici illeciti, per cui, soprattutto a seguito di segnalazioni raccolte da varie parti d’ Italia, la situazione dei movimenti è costantemente monitorata.