Fiumi di droga per 15 milioni di euro erano stati sequestrati negli anni scorsi nell’ambito di indagini su un traffico transnazionale di stupefacenti fra Italia e Albania e numerose persone arrestate. Oggi la Direzione investigativa antimafia di Bari, in collaborazione con carabinieri, polizia e guardia di finanza, ha eseguito 14 ordini di carcerazione, emessi dalla Procura Generale di Bari, nei confronti di altrettanti soggetti residenti a Bari, Salerno e provincia, 9 italiani e 5 albanesi, responsabili a vario titolo del reato di traffico internazionale di ingentissimi quantitativi di sostanze stupefacenti.
L’operazione, già nel marzo del 2018, aveva portato alla disarticolazione di due potenti e distinte organizzazioni criminali, operanti a Bari e provincia, con ramificazioni in Albania, Sicilia, Campania, Calabria e Abruzzo dedite all’importazione dall’Albania, via mare di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente. Entrambe le organizzazioni criminali avevano interessi in Italia con organizzazioni delinquenziali pugliesi deputate a compiti logistici ed in Albania con organizzazioni criminali di quello Stato deputate alla produzione, al confezionamento, allo smistamento ed al trasferimento dello stupefacente sull’asse Albania-Puglia-territorio nazionale.
Gli investigatori della D.I.A., infatti, hanno monitorato l’approvvigionamento di droga in Albania, il trasporto internazionale sempre avvenuto “via mare”, utilizzando natanti equipaggiati sull’asse “Albania-Puglia”, lo sbarco sempre avvenuto in stretta sinergia con le organizzazioni criminali pugliesi, i depositi ubicati in Bari e Provincia, il trasporto sull’asse “Puglia-territorio nazionale” effettuato “via terra” da corrieri italiani con “veicoli staffetta”, i destinatari domiciliati, oltre che in Puglia, in Sicilia, Campania, Calabria e Abruzzo.
Proprio nel quartiere Carrassi di Bari, la Direzione Investigativa Antimafia aveva localizzato un deposito per lo stoccaggio dello stupefacente e individuato un cittadino albanese considerato al vertice di una delle due organizzazioni criminali in grado di avvalersi di pluripregiudicati italiani, alcuni dei quali condannati per associazione di tipo mafioso, impiegati come custodi e corrieri “all’ingrosso” dello stesso stupefacente proveniente dall’Albania.
Le complesse indagini, effettuate con intercettazioni telefoniche, ambientali, video-riprese e servizi di osservazione pedinamento e controllo, avevano permesso, tra l’altro, di arrestare “in mare” a Polignano due scafisti provenienti dall’Albania con oltre una tonnellata di stupefacente, un corriere italiano con oltre mille chili di marijuana, due corrieri italiani mentre trasportavano 13 chili di stupefacente destinato a Salerno ed a Tortoreto (Te), nonché due corrieri albanesi con 8 chili di stupefacente a Scicli (Rg) e di individuare un altro deposito a Mola di Bari con oltre cinquanta chili di droga, ivi compreso un panetto di cocaina purissima.
All’indomani della sentenza della Corte d’Appello di Bari del 10 maggio 2021 sono state inflitte pene variabili da 2 a 20 anni essendo stata riconosciuta anche dalla Suprema Corte di Cassazione la sussistenza, per alcuni condannati, dell’aggravante della “transnazionalità” del reato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Le condanne sono ora diventate definitive e i componenti l’organizzazione portati in carcere.